GKN. Aspettando l’ora X

di Ascanio Bernardeschi, del Coordinamento Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista

Da oltre due anni i lavoratori GKN lottano e costruiscono eventi e proposte per salvare la fabbrica, ma anche per dare un a speranza di cambiamento agli italiani. Ora sta arrivando l’ora X e la loro mobilitazione diventa vorticosa. Cosa abbiamo da dire noi?

Tutte le lotte dei lavoratori meritano di essere seguite e sostenute. Ma quella dei lavoratori della GKN ha un valore particolare.

Quell’industria produceva semiassi, e nel contesto del grave processo di deindustrializzazione che interessa l’Italia e l’Europa, come molte altre ha chiuso i battenti per andare a produrre altrove e vendere il sito, verosimilmente a speculatori edilizi. I lavoratori non ci stanno e da due anni stanno occupando la fabbrica per salvare il posto di lavoro. Ma lo hanno fatto mettendo in campo idee, progetti e iniziative straordinari.

Inizialmente avevano elaborato con un team di economisti e giuristi una proposta di legge contro le delocalizzazioni delle attività che avrebbe rappresentato una speranza per le migliaia di lavoratori sparsi per l’Italia che si vedono sbattuti fuori dai luoghi di lavoro, e anche una liberazione del mondo dal lavoro in generale dal consueto ricatto: “State buoni altrimenti spostiamo la produzione dove la forza-lavoro costa meno della metà di voi”. “Cambiamo il paese per difendere la fabbrica” avevano sostenuto i lavoratori GKN con questa iniziativa. Purtroppo abbiamo le istituzioni genuflesse ai voleri del capitale e la proposta non è stata nemmeno discussa dal Parlamento.

Di conseguenza, si è ripiegato su uno strumento di minore valenza generale ma che potrebbe costituire ugualmente un esempio per molti. Si è fatto un progetto, coinvolgendo economisti e altri esperti, per convertire lo stabilimento nuovo di zecca nella produzione di beni utili ecologicamente e tecnologicamente avanzati, e si è lanciata un’operazione di crowdfundig per finanziare l’operazione. La raccolta è ancora in atto e non sappiamo se potrà essere raggiunto questo ambizioso traguardo.

Nel contempo le iniziative si sono moltiplicate. Oltre ad alcune grandi manifestazioni assai partecipate che hanno coinvolto profondamente il territorio, all’interno della fabbrica si è fatto di tutto: concerti, presentazione di libri, mostre, dibattiti.

Sono state intessute relazioni profonde con molte altre realtà di lotta di Napoli, Genova, Padova, Milano, Bologna, Torino, Roma, perfino Barcellona. I lavoratori hanno visitato la comunità energetica di Barcellona e, intervenendo nelle Università, in aiuto delle popolazioni alluvionate e in mille piccole lotte, si sono fatti classe dirigente a dimostrazione che l’obiettivo dell’egemonia delle classi lavoratrici è ancora praticabile perché emergenza climatica, questioni di genere, antifascismo, risposta ad assurdità quali la sostituzione etnica, sono tutte cose che devono legarsi alla lotta di classe. E la lotta di GKN sta trasformando un territorio.

Sono stati coinvolti personaggi di fama anche internazionale, come l’attivista ambientalista e comandante della Sea Watch Carola Rackete, che ha voluto fare visita ai lavoratori e ha lasciato un sentito messaggio di solidarietà e un video in cui ha invitato a sostenere il finanziamento del loro progetto, come lo scrittore Alberto Prunetti che trascorre molto del suo tempo in fabbrica a parlare di “letteratura working class”. Perché gli operai non vivono di solo pane ma hanno la pretesa (che roba contessa!) di scrivere, discutere di letteratura e di arte, di occuparsi anche dell’immaginario, nonostante siano privi di reddito da oltre un anno.

Il 31 dicembre prossimo è probabile che, se non spunterà una diversa soluzione, i lavoratori, magari con il gentile intervento della forza pubblica, dovranno sloggiare. “L’ora X” l’hanno denominata, un piano che viene da lontano. E “in attesa dell’ora X” hanno promosso tantissime iniziative. Il 3 dicembre hanno indetto un’assemblea molto partecipata che ha visto interventi di molte realtà in lotta e associative.

Nell’assemblea è stato sottolineato che quella che si prospetta è una sconfitta o una vittoria per tutti.

L’appoggio formale dei sindacati confederali e delle istituzioni non è stato anche sostanziale. Sono stati più “becchini della crisi industriale che infermieri”.

“Qualsiasi cosa si faccia non succede niente” ha affermato Dario Salvetti del collettivo GKN. Si tratta di una “trappola” tesa contro i lavoratori da cui si può uscire solo “se c’è un movimento che ci dice “andate avanti”. I lavoratori sono disposti a collaborare, ma in autonomia, con sindacati e istituzioni.

La loro lotta tiene di conto della necessità di un equilibrio – occorre sacrificare un po’ del presente per una prospettiva – e nel contempo rifugge la frantumazione e l’elettoralismo dei partiti di sinistra esistenti.

Dopo aver denunciato il negazionismo di Salvini, che era proprio a Firenze quel giorno e che i lavoratori hanno voluto accogliere come merita, e lamentato che il PD parla, ma non fa niente, è stato individuato nella Regione Toscana l’interlocutore principale, perché avrebbe i poteri e i mezzi per intervenire e rendere la GKN pubblica, anzi una “fabbrica pubblica socialmente integrata”, e bisogna interloquire con chi formalmente ti appoggia. Non l’hanno detto, ma è sconfortante vedere che invece il presidente Giani preferisce partecipare a un convivio di monarchici, rivolgersi all’ultimo rampollo di casa Savoia appellandolo “principe” e ricordandogli, inventandoseli, “gli stretti e proficui rapporti” tra la famiglia reale e la Toscana.

Sempre in attesa dell’ora X hanno messo su un calendario fitto di iniziative da qui al 31 dicembre:

– 6 dicembre, “La rivoluzione della cura” con Marco Bersani;

– 9 dicembre, Insorgiamo tour a Torino insieme alle Officine Corsaro, presso il Circolo Risorgimento;

– 12 dicembre, Insorgiamo tour a Barcellona e a Napoli presso l’ex OPG Je so Pazzo;

– 13 dicembre, “Pace e giustizia in Palestina” con Michela Frulli (Università), Leone (Operazione Colomba), Guy Butavia (Ta’ayush) e Manfredo Lo Sauro (Arci);

– 14 e 15 dicembre, Due giorni di teatro operaio al Teatro Brillante Lippi, intramezzati da un incontro dibattito con varie realtà di lotta;

– 17 dicembre, “Di botto e senza preavviso?”

– 19 dicembre, Convegno giuslavoristico solidale con  i Giuristi democratici, Comma 2, Centro di Iniziativa Giuridica Abd El Salam, Centro Studi Diritti e Lavoro e Collettivo di fabbrica GKN, presso Teatro dell’Affratellamento,

– 21 dicembre, “Democrazie e spazio pubblico”, lezione in fabbrica con Tommaso Montanari;

– 31 dicembre, il clou: “Teneteci libere e liberi perché sia un anno nuovo e non un nuovo anno”: verrà tentato qualcosa di mai visto (concerto, mobilitazione, analisi, per passare insieme l’ora X).

I dettagli delle iniziative sono visibili nel sito https://insorgiamo.org/eventi/.

A noi del Movimento per la Rinascita Comunista resta da segnalare con soddisfazione e amarezza nello stesso tempo che questa lotta è diventata anche una fucina di quadri politici che nessun partito finora è riuscito a costruire. La mancanza del partito dei lavoratori pesa su lotte importantissime come questa e temiamo purtroppo che non basti l’apprezzabile slancio di soggetti separati senza l’indicazione di obiettivi e strategie unificanti. Per questo dobbiamo assumere l’impegno di lavorare per superare questa mancanza.

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