di Vladimiro Merlin, responsabile Dipartimento Lavoro del Movimento per la Rinascita Comunista (movimentorinascitacomunista.com)
Il governo Meloni si interessa dei servizi ai cittadini solo se deve precettare gli scioperi.
Già la prima privatizzazione operata dal governo Renzi aveva ridotto la proprietà pubblica al 30% circa che, però, assieme al 35% di CDP garantiva, comunque, il controllo pubblico.
Ora il progetto del governo Meloni e del ministro leghista Giorgetti di privatizzare ulteriormente Posteitaliane svendendo la quota pubblica e lasciando solo la quota di minoranza (35%) di Cassa Depositi e Prestiti non solo porterebbe un danno ai servizi che le poste offrono oggi ai cittadini ma sarebbe, come è stato per tutte le altre privatizzazioni, anche un danno economico per lo Stato.
Infatti che si parli di Autostrade o di importanti municipalizzate ( come per es. A2A di Milano ) i quattro soldi che si incassano dalla vendita delle azioni in pochi anni vengono cancellati dalle minori entrate derivanti dalla minore quota di utili da queste società.
Quindi la privatizzazione di queste società pubbliche, che sono in attivo, si traduce in un grande regalo per gli investitori privati che fanno grandi profitti e non investono per migliorare i servizi ( caso eclatante in questo senso è stato quello di Autostrade).
I danneggiati sono sempre gli utenti, cioè i cittadini, che si vedono peggiorare i servizi e aumentare i costi, e assieme a loro i lavoratori, in questo caso delle Poste, che vedono sempre peggiorare le loro condizioni di lavoro e il loro salario, per garantire gli utili degli azionisti privati .
E’ necessario che tutti i sindacati dei lavoratori delle poste si attivino per mettere in campo tutte le forze e tutte le azioni possibili contro la privatizzazione.
Su questo terreno si misurerà se sono sindacati che rappresentano realmente i lavoratori o se sono solo collaterali e complici del governo.
E questo governo che si dichiara “sovranista”, che a parole dichiara di voler difendere e tutelare la sovranità nazionale, si prepara a regalare le azioni di un servizio così importante come le poste italiane a soggetti finanziari che spesso non sono nemmeno chiaramente identificabili e, comunque, interessati solo ai loro profitti.
Riteniamo che questa non sia solo una lotta settoriale dei lavoratori delle Poste, ma come tutte le battaglie contro la privatizzazione dei servizi, interessi tutti i lavoratori italiani, pubblici e privati, ed i loro sindacati.
Il Movimento per la Rinascita Comunista dichiara il proprio sostegno a tutte le lotte contro la privatizzazione delle Poste che i sindacati e i lavoratori metteranno in campo e impegna i propri iscritti, in particolare tra i lavoratori delle Poste ma non solo, a partecipare a queste lotte ed a farsene promotori nell’ambito dei loro sindacati.
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