di Ennio Bordato
La guerra in Ucraina ripropone uno scenario ancora più allarmante di quello dell’ultimo conflitto mondiale e tende a ridefinire un potere ancora più inumano e brutale.
“Non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e colle pietre” (Albert Einstein).
Un popolo, diviso dagli esperimenti della creazione dello Stato senza classi, senza nazionalità, unito da secoli di una lingua comune, una storia comune, una chiesa comune, è stato scelto dall’Occidente collettivo per tentare, come la storia insegna – inutilmente –, di ridurre la Russia a livello dei “magnifici” anni ’90 o, peggio, di frantumarla in piccoli Stati per agevolare il furto delle sue risorse.
Ogni casa liberata dalle forze russe, ogni edificio sgomberato dai banderisti parlano di una tragedia immane per il popolo ucraino e anche per i morti che, ancora una volta, la Russia “offre” al mondo per sconfiggere un’altra volta il fascismo. Ma un fascismo ancora peggiore, un fascismo tecnologico ancor più disumano e feroce.
Storie di laboratori da dove probabilmente è uscito il Covid, di campi estivi dove si inculca l’odio razziale ai bambini ucraini contro i russi, ospedali dove si sezionano i cadaveri per venderli e lucrare sul commercio nero degli organi (pagati più che a peso d’oro), fino alla notizia di oggi sugli esperimenti che hanno visto, dal 2008 al 2016, l’utilizzo di bambini, orfani, anche neonati per le peggiori sperimentazioni a poco prezzo delle “blasonate” multinazionali del farmaco, come sembra.
Oggi, come nella Grande Guerra patriottica, serve sostenere la Russia fino alla sconfitta delle forze non solo reazionarie, ma antiumane.
Serve parlare, scrivere, leggere, aiutare ogni cittadino del Donbass a sopravvivere alla marea nera che nelle ultime settimane, se fosse ancora possibile, sta peggiorando di molto la sua vita.
La guerra in Donbass dura ormai da oltre dieci anni. Sinora, le vittime civili ammontano a migliaia, fra cui 295 bambini. Bambini feriti, un migliaio mutilati, e il 30% di questi rimangono disabili per tutta la vita.
Ogni giorno notizie sempre più drammatiche giungono dalle città e dai villaggi bombardati dall’esercito ucraino, anche con armi inviate dai Paesi europei, Italia compresa.
Che lascia senza risorse gli uni di qua, sotto le bombe gli altri di là.
Serve un nuovo internazionalismo fatto di piccoli gesti, ma concreti. Serve far vedere, far toccare, al popolo russo il sentimento che non è solo contro la marea antiumana.
Serve gridare la nostra solidarietà, prima che politica, di appartenenti al genere umano che si erga a scudo contro i Mengele del nuovo secolo. Basta! Basta armi a Kiev, basta sofferenza umana. Basta!
Immagine: Andrew Butko, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
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