Operazione Aspides: una Crociata islamofoba agli ordini del fascismo israeliano

di Stefano Zecchinelli

L’imperialismo “straccione” italiano (come lo definiva Lenin) ha lanciato, su mandato dell’Unione (imperialista) europea, l’operazione Aspides la quale – a detta del giornalismo “lubrificato” di regime – si differenzierebbe da quella condotta, in modo alquanto fallimentare, dagli anglosassoni, perché puramente difensiva”. Dopo una attenta disamina dei fatti, possiamo appurare che la verità geopolitica è diversa. Gli elementi caratterizzanti l’operazione Aspides sono, compendiando la questione, due:

– L’assorbimento del deep state italiano nel complesso militare-industriale israeliano contro alcuni obiettivi geopolitici strategici: es. Iran, Yemen e Libano, l’Asse della Resistenza sciitaL’Italia, dallo sgretolamento della Prima Repubblica, condivide la medesima prospettiva geopolitica di Tel Aviv, ovviamente da una posizione di sudditanza: la costruzione della “Grande Israele”.

– L’incapacità del polo imperiale europeo, comprese Francia e Germania, di rimettere in discussione il ruolo degli Stati Uniti in quanto prima potenza imperialista mondiale. L’imperialismo del XXI sec. è unilaterale.

Il giornale online d’analisi geopolitica, con una particolare attenzione sulle questioni militari, «Analisi Difesa», ci dà una panoramica concernente l’entusiasmo degli armatori dinanzi il voto espresso, il 4 marzo, dal Parlamento italiano; l’Italia, per conto di Washington, si prepara ad uccidere innocenti. Leggiamo:

“Aspides – prosegue Messina – è una missione ideata, organizzata e condotta a livello europeo e fornisce un segnale importante di virata sia nell’ottica di una collaborazione nel campo della difesa, sia in quella che traguarda una cooperazione sempre più concreta nella protezione degli interessi comunitari sul mare. In poco tempo Le compagnie di navigazione hanno saputo riorganizzare la catena logistica, anche attraverso la circumnavigazione dell’Africa, garantendo efficienza, frequenza e regolarità dei servizi, tramite nuova capacità di trasporto impiegata.

L’armamento, poi, in questa circostanza così grave, ritrova e rafforza una solida e proficua collaborazione con la Marina Militare, che in tale operazione ricopre un ruolo di primo piano”.

L’industria bellica comanda e i neocons postmissini, col plauso della “sinistra invertebrata” (per dirla col grande storico marxista Perry Anderson), eseguono. L’operazione Aspides è il prodotto dell’alleanza strategica fra la lobby degli straussiani Usa seguaci dell’ideologo ultrareazionario Leo Strauss, l’estrema destra israeliana e il “nazionalismo integralista” ucraino definito “neonazista” da Mosca; Roma, dimostrando scarsa lungimiranza nella rilettura degli assetti geografico-strategici, ha coinvolto una potenza subimperialista delle banane nelle dinamiche della “guerra non convenzionale” detta anche “di quinta generazione”. I mass media, non tradendo la loro subalternità all’élite industriale, rilanciano la propaganda dei “sovranisti” filo-Usa che, in perfetta continuità col Draghistan, hanno trasformato l’Italia in una piattaforma logistica della Nato. Non c’è pace all’interno del capitalismo.

La Crociata islamofoba dell’imperialismo italiano ci dimostra che soltanto la distruzione dell’imperialismo euroatlantico e la transizione a un mondo multipolare, possono portare ad una pace duratura.

La definizione “fascismo israeliano” trova ampio riscontro nella letteratura giornalistica, a partire dal Premio Pulitzer Chris Hedges, punto di riferimento per il giornalismo vicino alla sinistra di classe e internazionalista.

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