Serra San Quirico (Ancona): riuscito convegno del MpRC sulla crisi russo-ucraina

di Sergio Leoni

Dall’informazione libera la costruzione della coscienza politica. 

Nel pomeriggio dello scorso giovedì 11 aprile, presso la Sala consiliare di Serra San Quirico, piccolo comune montano della provincia di Ancona, per iniziativa del Movimento per la Rinascita Comunista (MpRC), si è svolta una iniziativa dal titolo: “Russia-Ucraina, elezione di Putin e terrorismo contro la Russia”, di fronte ad un pubblico sorprendentemente numeroso e reattivo, che ha riempito il meraviglioso, ottocentesco, spazio di Palazzo Piccioni, provando che esiste un’opinione pubblica non allineata, desiderosa di ascoltare e vivere una versione non appiattita, ma alternativa, ai sedicenti “fatti” dettati dai media.

Ha introdotto il compagno Carlo Zampetti, già vicesindaco comunista del Comune di Serra San Quirico ed ora coordinatore del MpRC dell’area di Fabriano. E la sua, più che la consueta e spesso scontata carrellata generica sui temi che l’incontro richiamava, è stata invece una disamina di largo respiro sulla crisi russo-ucraina e le sue basi storiche e materiali, a partire dal progetto strategico portato sinistramente avanti dal fronte imperialista e volto a distruggere la Russia, progetto che contempla anche la Terza guerra mondiale.

L’intervento di Marinella Mondaini (filologa all’università di Mosca e studiosa della storia russa, dell’Ucraina e del Donbass) è stato a sua volta una disamina chiara e profonda della situazione che si è creata in Ucraina e nel Donbass a partire dal golpe Usa-Nato-Ue a Kiev del 2014 volto a trasformare l’Ucraina in una sterminata base militare Usa-Nato ai confini della Russia, per arrivare ai nostri giorni.

Non è azzardato dire che chi ci legge, cioè chi frequenta con una certa costanza (peraltro difficile da esercitare, dati tutti gli ostacoli che il mainstream crea ad un’informazione alternativa), conosce ormai in maniera esaustiva quella che è stata la reale cronologia degli avvenimenti in Ucraina, ne conosce ormai le questioni di fondo, sa riconoscere le responsabilità che riguardano soggetti che sempre meno possono nascondersi dietro slogan consunti. Quella propaganda scricchiola ogni giorno di più e non siamo troppo ottimisti se pensiamo che qualche crepa, quantomeno nel senso comune, si stia aprendo su questo vero e proprio muro di fake news.

Ma l’intervento della compagna Marinella, questo è il suo valore aggiunto, ha saputo ancora una volta aggiungere nuove informazioni, nuovi spunti, nuovi punti di vista (a partire dall’orrore disseminato per lunghi otto anni dai miliziani fascisti ucraini nel Donbass e raccontato da chi nel Donbass ci è davvero stato, come Marinella) che, tutti insieme, ci hanno fornito una lettura più chiara, più informata rispetto ad un problema che non può essere affrontato se non con un approccio che consenta di definire le responsabilità oggettive degli Usa e di una Unione europea sempre più china rispetto agli “ordini” americani e, in sostanza, buona a nulla e capace di tutto.

L’intervento del compagno Fosco Giannini, coordinatore nazionale del MpRC, che sulla carta avrebbe dovuto “tirare” le conclusioni, è stato invece, e felicemente, un ulteriore contributo alla discussione, nel senso che esso non ha voluto in nessun modo “terminare” un dibattito (che poi, se pur brevemente data l’ora, c’è stato), ma piuttosto aggiungere altri elementi di riflessione.

Giannini ha innanzitutto – prima di giungere alla definizione del quadro internazionale che ha determinato sia il golpe americano del 2014 sia, conseguentemente, l’Operazione speciale di Putin (definito dalla Mondaini persino “tardivo”) – ricostruito il farsi storico della “russofobia”, che ha segnato l’ideologia e l’azione dell’Occidente contro la Russia, dai Cavalieri teutonici del Medio Evo sino alla gigantesca invasione nazista, passando per Napoleone Bonaparte e la sua campagna (e disfatta) di Russia, un “sentimento” russofobico che si è nutrito di una serie di travisamenti e strumentalizzazioni, a partire dal mitologico “Testamento di Pietro il Grande” del Settecento, un falso storico nel quale si asseriva che il destino della Russia sarebbe quello di invadere e occupare per sempre l’Europa, un “documento” utilizzato, da Napoleone in poi, per demonizzare la Russia, e paragonabile, per Giannini, all’altro falso storico, “Il Protocollo dei Savi di Sion”, utilizzato per la demonizzazione e lo sterminio, da parte di Hitler, degli ebrei.

Un pomeriggio, in definitiva, di grande utilità politica, e anche culturale, per tutti, anche e forse soprattutto per coloro che, magari in buona fede, pensano di avere capito tutto e di non aver bisogno di altre informazioni. Informazioni che sono, al contrario, una delle più importanti possibilità per la costruzione di una coscienza politica.

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