SPECIALE ASSEMBLEA NAZIONALE APERTA – 11 MAGGIO 2024
Presentazione del giornale del Movimento per la Rinascita Comunista

Adriana Bernardeschi – direttrice di «Futura Società»
Sono qui, oltre che come una militante del Movimento per la Rinascita Comunista, per presentare il giornale di questo movimento, «Futura Società», parte integrante del suo progetto.
Questo giornale è nato pochi mesi fa. Nonostante le difficoltà che inevitabilmente devono affrontare tutte le piccole realtà di comunicazione e informazione non mainstream, difficoltà legate non solo alla mancanza di risorse economiche, ma anche al tipo di vita che i compagni delle redazioni sono costretti a fare in una società come questa, che li priva quasi del tutto di tempo libero, sfruttati come tutti e in assenza di servizi sempre più assenti per la gestione di famiglia, salute ecc., nonostante tutto questo, consapevoli di tutto questo, si è partiti con entusiasmo e con una grande ambizione: non essere semplicemente uno dei tanti piccoli giornali comunisti, ma essere un elemento di forte promozione perché queste realtà collaborino fattivamente e uniscano le proprie forze e le proprie preziose ed eccellenti qualità.
Si tratta dello stesso identico spirito che anima il progetto del Movimento per la Rinascita Comunista: promuovere l’unità dei comunisti, lavorare per superare la frammentazione di questi nel nostro paese, frammentazione che priva drammaticamente di un riferimento politico adeguato la classe degli sfruttati, degli emarginati, abbandonata a un senso di impotenza che ottunde anziché fare insorgere.
L’unità dei comunisti è il nostro primo principio guida.
È stato detto nella relazione introduttiva: qui oggi si propone a tutti e tutte un tavolo per l’unità d’azione dei comunisti. Allo stesso modo, il giornale «Futura Società» promuove un’azione coordinata e unitaria del frammentato mondo della “stampa” comunista, perché tutte quelle piccole realtà virtuose possano agire in sinergia, moltiplicando la forza complessiva di incidenza sul piano culturale, comunicativo, sovrastrutturale di una società che concede sempre minori spazi al dissenso e alla controinformazione.
Lo vediamo bene con la feroce repressione in atto contro chi difende il popolo palestinese da un genocidio le cui atroci modalità non hanno precedenti nella storia recente, in una impunità oltraggiosa che fino a pochissimo tempo fa sarebbe parsa impossibile anche solo semplicemente fermandosi al piano del sentimento di umanità.
Non vogliamo fermarci a quel sentimento, che pure ci risuona dolorosamente dentro alla vista del massacro e della pulizia etnica a Gaza, e delle guerre in atto in molte parti del mondo. Vogliamo condannare le guerre e la violenza non per buonismo fine a se stesso ma ricercando le cause di quelle violenze e di quelle guerre, cause strutturali all’imperialismo, sostegno necessario del sistema capitalista, che senza guerre e violenze, senza la sottomissione di interi popoli, non può superare le sue crisi strutturali.
C’è bisogno di una voce che smonti la narrazione prevalente sulla guerra, che vada oltre il semplice sdegno per denunciare la radice di questi orrori, e alimentare così la mobilitazione che già sta agitando tutto il mondo, rendendola più consapevole. Questa voce è il compito di un giornale comunista.
Come lo è dare voce a un’altra contronarrazione, quella sull’attuale fase geopolitica, sostanzialmente un’unica guerra dell’Occidente contro i paesi “non allineati”, un tempo definiti “in via di sviluppo”, che hanno formato un fronte anitimperialista in crescita, prefigurazione di un nuovo ordine mondiale multipolare, che apre enormi spazi a chi lotta per il cambiamento.
Scendendo anche più nel dettaglio e nell’apparentemente banale, una contronarrazione sulle caratteristiche e sul ruolo di questi paesi che stanno portando avanti l’offensiva all’imperialismo Usa, che demistifichi l’informazione che viene inculcata, spesso faziosa e persino caricaturale, che confida in una capacità critica ormai fortemente danneggiata nel senso comune.
Questa voce comunista deve alzare il suo volume e aumentare la sua capillarità.
La nostra redazione, consapevole di trovarsi ai primi passi ma orgogliosa della presenza di compagne e compagni di grande prestigio e bravura al suo interno – anche grazie alla sinergia col Centro Studi Nazionale Domenico Losurdo –, giornalisti, saggisti, operatori internazionali, sindacalisti, esperti di cultura e costume, lancia a tutti i giornali, le riviste, i siti di informazione comunisti – con alcuni dei quali c’è già un rapporto di collaborazione solidale – la proposta fattiva di lavorare insieme.
Lancia l’appello a un impegno comune e coordinato, a forze unificate, superando logiche divisive incancrenite e superate dai tempi e dai fatti. «Futura Società» si mette a disposizione per iniziative da portare avanti insieme, per il rilancio e la diffusione di articoli pubblicati da ciascuno, per la produzione comune di articoli nuovi, che quindi avrebbero un peso amplificato, su temi cruciali su cui è importante fare controinformazione e creare una coscienza politica salda fra chi ci legge, promuovendo un dibattito costante e costruttivo basato su un confronto aperto e rispettoso delle sensibilità di tutti e attento agli stimoli esterni, per non cadere nel flagello dell’autoreferenzialità.
Come espresso nel nostro primo editoriale, si tratta di rimetterci gramscianamente “all’opera”, a partire dallo studio fino alle lotte, il tutto nella cornice di uno sforzo di nuova egemonia culturale all’interno della nostra classe di riferimento, per far emergere e funzionare gli strumenti che le permettano di divenire egemone nella società.
La lotta per l’egemonia, ragione stessa dell’esistenza di una “stampa” comunista, è di vitale importanza in questa realtà in cui la classe lavoratrice è frammentata in una miriade di rapporti contrattuali, divisa in una gerarchia di livelli di tutele e stenta a riconoscersi come classe. Occorre contrastare con forza una comunicazione di massa mistificatoria e manipolata, che ha centralizzato i propri mezzi, compresi quelli telematici, all’asservimento della formazione e della ricerca agli interessi dei grandi gruppi monopolistici.
Tutti insieme possiamo e dobbiamo dare voce agli sfruttati, ai lavoratori, al conflitto di classe reale nelle sue sfaccettature e nella sua complessità e disgregazione, a chi da anni vive imbavagliato e rassegnato e a cui noi, insieme, possiamo ridare speranza e protagonismo. E dobbiamo, insieme, alimentare la ricerca teorica, fare inchiesta, promuovere la formazione politica, aprendosi a un pubblico più vasto della nostra “bolla” anche attraverso una revisione del nostro linguaggio comunicativo.
La redazione di «Futura Società» è al servizio di questi obiettivi, lavora per questi obiettivi, con la giusta umiltà dettata dalla consapevolezza che non si finisce mai di studiare, imparare e crescere, e con la pulsione anche sentimentale verso una, appunto, “futura società” da costruire.
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