di Gianmarco Pisa
A fianco di Cuba, come sempre, si schiereranno non solo i comunisti e le comuniste, e tutti gli amanti della pace, della libertà dei popoli e della giustizia sociale, ma anche i sentimenti sinceri di amicizia, di fratellanza e di solidarietà di tutti i popoli del mondo.
Occorre porre fine subito all’aggressione e alla persecuzione contro Cuba da parte degli Stati Uniti e dei paesi imperialisti. Ancora fino a pochi giorni fa, Cuba era inserita in una lista, falsa e arbitraria, stilata dagli Stati Uniti, di Stati che non cooperano nella lotta contro il terrorismo internazionale. È recentissima la notizia che, nell’ultima revisione di questa presunta lista, Cuba non è stata inserita al suo interno. Tuttavia, Cuba continua a essere registrata all’interno di un’altra lista, stilata sempre dagli Stati Uniti, anche questa falsa e arbitraria, di Stati che “sponsorizzano”, con definizione ambigua e fuorviante, il terrorismo internazionale. È evidente che si tratta di un’accusa del tutto falsa e menzognera, che nulla ha a che fare con la realtà e anzi è del tutto contraria alla verità dei fatti, una manifestazione del “mondo alla rovescia” che le menzogne dell’imperialismo ci propinano ogni giorno e un’ulteriore espressione di quella campagna di aggressione e di vera e propria “guerra multidimensionale” che gli Stati Uniti costantemente esercitano contro Cuba.
Cuba non patrocina in alcun modo il terrorismo internazionale, né mai potrebbe farlo, perché sarebbe l’esatto contrario del suo sistema economico, sociale e politico, basato sul socialismo e fondato sui principi dell’etica, della centralità della dignità umana e del primato dell’amicizia e della solidarietà internazionale. E non lo patrocina, né mai potrebbe farlo, perché Cuba è essa stessa vittima del terrorismo internazionale, anche del terrorismo di Stato e segnatamente delle azioni criminali poste in essere proprio dagli Stati Uniti, e vittima, al tempo stesso, dei danni incalcolabili causati all’economia cubana dalle conseguenze derivanti proprio dall’essere inseriti all’interno di quella lista, in totale spregio della realtà storica e della verità dei fatti.
Per conoscere la realtà, e smascherare le impudenti menzogne e le clamorose manipolazioni degli Stati Uniti, basterebbe scorrere le pagine del noto saggio “Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba”, curato da Salim Lamrani, disponibile in traduzione italiana dal 2006. Lunga è la sequenza di piani di sabotaggio, intervento armato, minacce, aggressioni e pressioni economiche messi in atto dalle amministrazioni statunitensi dal 1960 ad oggi. Basti citare almeno l’operazione Northwoods (1962), una strategia di vero e proprio terrorismo di Stato, finalizzata a scatenare, con una serie di attentati contro la popolazione civile, un’ondata di panico tale da giustificare un intervento armato contro Cuba. Sebbene il piano non sia stato attuato, dimostra bene la realtà della campagna di aggressione degli Stati Uniti, che del resto, nel 1961, furono responsabili della invasione della Baia dei Porci (Playa Girón), il tentativo di rovesciare il governo di Fidel Castro, per mezzo di un gruppo di esuli anticastristi, fallito grazie all’eroica vittoria sul campo ottenuta dalla Rivoluzione.
E ancora, è noto che gli Stati Uniti hanno sostenuto una lunga serie di atti di violenza contro l’Isola ai danni di pescherecci, ambasciate e voli cubani, con centinaia di vittime, compiuti talvolta da bande di oppositori del socialismo cubano rifugiati su territorio statunitense, o da veri e propri terroristi, anch’essi spesso ospitati su territorio statunitense, come ben mette in luce ancora il noto saggio sopra richiamato. Tutto questo avviene, com’è noto, non perché Cuba possa costituire una minaccia per la superpotenza nordamericana, ma per ciò che essa, dal punto di vista storico, sociale, politico, significa agli occhi dell’imperialismo, un esempio di dignità e di autodeterminazione, una rivoluzione vincente e un sistema socialista a due passi dagli Stati Uniti.
È questa la ragione della “guerra multidimensionale” scatenata dagli Stati Uniti contro Cuba: una campagna sistematica di minacce, pressioni e aggressioni contro Cuba, che si svolge in più ambiti, politico, economico, mediatico, e che ha il suo culmine nel “bloqueo”, il blocco unilaterale criminale, imposto dagli Stati Uniti, che dura ininterrottamente dal 1962, che punta a impedire qualsiasi accordo economico che Cuba tenti di stabilire in qualsiasi parte del pianeta, che sanziona, con una legge extraterritoriale, qualsiasi soggetto che utilizzi un qualsivoglia componente di origine statunitense e intrattenga rapporti economici con Cuba, che punta a impedire in tutti i modi gli scambi commerciali, le transazioni finanziarie, persino la vendita di carburante all’Isola, con l’obiettivo di paralizzare il Paese, e ostacolare in tutti i modi gli sforzi di Cuba per l’acquisto di medicinali, forniture e attrezzature mediche, cibo e generi di prima necessità per la popolazione.
Il “bloqueo” criminale è, d’altra parte, la più evidente applicazione del cosiddetto Memorandum Mallory (1960), redatto all’interno del Dipartimento di Stato, che, riconoscendo che la Rivoluzione e il socialismo a Cuba godevano e godono del più ampio appoggio da parte della popolazione, proponeva, come unico modo per rovesciare la Rivoluzione, di affamare la popolazione, di provocare una vera e propria “asfissia economica”, che è esattamente l’obiettivo, da più di sessant’anni, del criminale “bloqueo”. “La maggioranza dei cubani sostiene Fidel Castro… l’unico modo prevedibile per minare l’appoggio interno a Castro… è attraverso il disincanto e l’insoddisfazione derivanti dal malessere economico e dalle difficoltà materiali… si devono impiegare rapidamente tutti i mezzi possibili per indebolire la vita economica di Cuba… nel privare Cuba del denaro e delle forniture …, nel provocare la fame, la disperazione e il rovesciamento del governo”.
Per dirla in estrema sintesi, il blocco criminale ha già causato a Cuba danni per oltre 3.6 miliardi di dollari. E non c’è solo questo: come dimenticare che gli Stati Uniti continuano a occupare una parte del territorio di Cuba mantenendo la base illegale di Guantánamo, che ospita perfino un infame campo di prigionia statunitense?
Di fronte a tutto questo, pur nelle immani difficoltà causate da questa campagna di aggressione, Cuba resiste e avanza, nella costruzione di un mondo migliore: con l’innovazione del suo sistema socialista, come dimostra tra le altre la riforma della Costituzione del 2019, realizzata con un processo straordinario, unico al mondo, di revisione costituzionale popolare; con la definizione di nuovi sistemi di solidarietà internazionale, a partire dalla fondazione, per impulso di Fidel Castro e di Hugo Chávez, dell’ALBA, l’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nostra America, a partire dal 2004; con la più recente strategia del governo, su impulso del Presidente Díaz-Canel, che ha portato al Programma di stabilizzazione macroeconomica (2030) e alla definizione delle tre priorità strategiche, la trasformazione digitale; la scienza, la conoscenza e l’innovazione; e la comunicazione sociale.
Per tutti questi motivi, come Movimento per la Rinascita Comunista, nello spirito dell’unità che intende contraddistinguere il nostro lavoro, guardiamo con estremo favore e pieno supporto agli sforzi messi in opera dalle autorità, dal partito, e dal popolo di Cuba, per fare fronte alla difficile situazione e per respingere le continue minacce dell’imperialismo, certi dell’efficacia e del successo delle misure intraprese. E allo stesso tempo, confermiamo la più totale solidarietà e il più incondizionato appoggio a Cuba, al socialismo, alla Rivoluzione, nella sua lotta contro il bloqueo criminale, nella sua vittoria contro la “guerra multidimensionale”, nel lavoro, di cui l’Isola è protagonista, per lo sviluppo del socialismo e l’avanzamento verso il socialismo del XXI secolo. Per questo esigiamo la fine del bloqueo; l’immediata cancellazione di Cuba dalla falsa lista degli “sponsor” del terrorismo internazionale; la fine immediata dell’occupazione illegale di Guantánamo. A fianco di Cuba, come sempre, si schiereranno non solo i comunisti e le comuniste, e tutti gli amanti della pace e della giustizia sociale, ma anche i sentimenti sinceri di amicizia e di solidarietà di tutti i popoli del mondo.
Riferimenti:
Salim Lamrani (a cura di), Il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba. Il caso dei Cinque: una storia inquietante censurata dai media, Sperling & Kupfer, Milano 2006.
Intervista concessa da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, a Ignacio Ramonet, professore e giornalista spagnolo, presso il Palazzo della Rivoluzione l’11 maggio 2024: https://italiacuba.it/2024/05/16/intervista-concessa-da-miguel-mario-diaz-canel-a-ignacio-ramonet
Declaración del ministro de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla en la presentación del Proyecto de Resolución A/RES/78/l.5 “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los Estados Unidos de América contra Cuba”, New York, 2.11.2023: cubaminrex.cu/es/declaracion-del-canciller-de-cuba-bruno-rodriguez-parrilla-en-la-presentacion-del-proyecto-de
Immagine: Joe Piette, July 26 Cuba rally, 27.07.2021: www.flickr.com/photos/109799466@N06/51337753346 CCIAOBY-NC-SA 2.0 Deed
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