Gli Stati Uniti preparano la guerra della Georgia contro la Russia.

di Marinella Mondaini

Marinella Mondaini, come sempre, ci invia una corretta informazione, rispetto al mainstream, chiarendo quello che sta avvenendo in Georgia, dove si prepara il terreno per un altro fronte di guerra contro la Russia da parte Usa, a spese del popolo georgiano. Il pretesto è stato la legge che regolamenta l’attività degli agenti stranieri nel paese, che preparano le condizioni per un golpe, ripercorrendo le tappe dell’Ucraina prima della guerra.

La Georgia si è trasformata in un’arena di feroce confronto tra le autorità e l’opposizione. Il motivo è la legge “Sulla trasparenza dell’influenza straniera”. 

I cortei di protesta vanno avanti dal 15 aprile, quando si è cominciato a discutere il disegno di legge, approvato in prima lettura due giorni dopo e in seconda il 1° maggio, quando a favore si sono espressi 83 parlamentari e 23 contro. Il 14 maggio, in terza e ultima lettura, la legge è stata adottata con 84 a favore e 30 contrari.

Ma la via crucis per questa legge inizia l’anno scorso, nel marzo 2023, quando è stata presentata al Parlamento dal partito al governo, col nome “Sugli agenti stranieri”.  Il governo poi ritirò il progetto di legge, cedendo all’opposizione a causa delle forti proteste. Nel 2023 – ha dichiarato ieri alla TV russa Petr Mamradze, ex deputato e capo dell’apparato del presidente della Georgia, “appena il parlamento ha cominciato a discutere di questa legge, sono immediatamente apparsi gruppi di protestanti che, per la prima volta nella storia georgiana, hanno iniziato a lanciare bottiglie molotov. Quest’anno la legge è stata presentata in forma ancora più morbida, dove praticamente non ci sono sanzioni, non è prevista la sospensione dell’attività per le organizzazioni non governative, né la loro responsabilità penale. Bisogna solo compilare il modulo della dichiarazione, dimostrare come si è ricevuto il denaro e lo si spende. Ma l’opposizione che protesta contro è in sostanza composta da vandali, sono circa 300 persone, molto ben organizzate e mobilitate, sempre attrezzate di caschi e maschere antigas, attorno a loro ruota uno stuolo di gente che provvede alla distribuzione di cibo e persino attrezzature in caso di pioggia”.

Quest’anno il nome della legge è stato modificato in modo più chiaro e incisivo: “Sulla trasparenza dell’influenza straniera”, ma la sostanza non cambia: per “agenti stranieri” sono sempre intesi le organizzazioni non governative e i media che ricevono denaro dall’estero e operano in Georgia. Secondo la dichiarazione del capo del partito “Il sogno georgiano”, Iraklij Garibašvili, nel paese ci sono ben 31.000 organizzazioni non governative, davvero tante per un paese così piccolo come la Georgia. È chiara perciò la preoccupazione del governo georgiano che sembra intenzionato a conservare il proprio paese e a proteggerlo per non fare la fine dell’Ucraina. 

In base a tale legge, se essi ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero, devono registrarsi in un registro speciale, creato e controllato dal ministero della Giustizia. La mancata registrazione e l’occultamento delle fonti di reddito comportano una multa di 25mila lari (circa 10mila dollari).

Le proteste condotte dall’opposizione sono organizzate e fomentate dall’ambasciata americana Usa per bloccare questa legge. Tutti i giorni i cortei di protesta cominciano lungo la prospettiva Rustaveli nella capitale, accanto al Parlamento, e attraversano le vie centrali paralizzando il traffico automobilistico. Il 2 maggio ci sono stati dei forti scontri con feriti sia tra le forze dell’ordine che dei protestanti, molti dei quali sono avvolti nella bandiera ucraina.
L’opposizione georgiana ha fatto proprio il giudizio espresso dall’ambasciata americana a Tbilisi: l’approvazione di questa legge è una “deviazione dal percorso europeo” e “rovinerà i rapporti con gli Stati Uniti”. Il presidente georgiano Salome Zurabišvili si è espresso a sostegno dei manifestanti e mettendo legna sul fuoco, ha definito la contromanifestazione, tenutasi nella capitale Tbilisi il 29 aprile a sostegno della legge, “un’azione in stile Putin” e ha accusato il governo di aver “sferrato un attacco alla Costituzione che definisce il percorso europeista del paese”.

“Notiamo, – ha dichiarato ancora l’ex deputato georgiano Mamradze, anche come l’Unione Europea si sta intromettendo gli affari interni del nostro paese. Ha costruito una rete di mass media e varie organizzazioni no profit, attraverso le quali manipola l’opinione pubblica e ora difende queste strutture con tutte le sue forze.” Infatti il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che condanna la legge sugli Agenti stranieri; Bruxelles sta anche minacciando di sospendere i negoziati con la Georgia sull’integrazione europea e di cancellare il regime senza visti. Il governo georgiano ha dichiarato che reputa tali azioni dell’Ue come un tentativo di ricatto.

Anche qui, come in Ucraina, è facile aver gioco sui giovani, che manipolati dalla propaganda anglosassone contro la Russia, aspirano ad entrare nel “giardino fiorito Ue”. Basterebbe però mostrare loro in modo chiaro che fine fanno i paesi, come l’Italia per esempio, in questo “giardino”, che si è rivelato pieno di spine, non di fiori! 

Un altro ricatto il governo lo ha ricevuto dagli Stati Uniti: il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha rifiutato la visita negli Stati Uniti il 2 maggio a causa delle condizioni che gli sono state imposte dagli americani, i quali lo invitavano a patto che prima della visita, il Parlamento cessasse la discussione della legge sugli agenti stranieri. Lo ha riferito il ministero degli Esteri georgiano.

Questa tanto discussa legge sugli “agenti stranieri” – in obbedienza all’agenda americana di propaganda antirussa – è stata battezzata dall’opposizione georgiana e da chi fa disinformazione in Italia, “legge russa” o “legge di Putin”. Ma qui bisogna fare un po’ di chiarezza: innanzitutto va detto che “un agente straniero è una persona fisica o giuridica che, direttamente o indirettamente, si impegna in attività politiche e finanziarie nell’interesse di uno Stato estero”; va detto anche che le leggi di molti paesi impongono restrizioni alle attività degli agenti stranieri.

Il primo paese che ha fatto questa legge sugli “agenti stranieri” è, guarda caso, proprio gli Stati Uniti che hanno la legislazione più sviluppata in questo ambito: le attività degli “agenti stranieri” sono regolate oggi dal Foreign Agents Registration Act (Fara) – legge che fu adottata nel 1938 in risposta alla propaganda condotta dalla Germania nel periodo precedente la Seconda guerra mondiale, uno strumento per combattere la propaganda nazista della Germania hitleriana e mantenuta in seguito per combattere la cosiddetta “propaganda comunista”.  La legge sugli Agenti stranieri americana prevede che società e individui, compresi i cittadini statunitensi, che rappresentano gli interessi di mandanti stranieri di governi, partiti, organizzazioni, società o individui stranieri, e che agiscono secondo i loro ordini, richieste e indicazioni, si devono registrare come agenti stranieri presso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. La legge si applica ad aree quali attività politica, servizi di informazione, consulenza politica, raccolta o distribuzione di fondi, rappresentanza degli interessi di un cliente straniero davanti a qualsiasi dipartimento, funzionario governativo o membro del Congresso degli Stati Uniti.  Al momento della registrazione, l’agente straniero deve fornire informazioni complete su se stesso, descrivere la propria attività, l’assetto proprietario, fornire informazioni sul cliente straniero, i fondi da lui ricevuti (compreso ciò per cui sono stati spesi, indicando i destinatari), il materiale informativo distribuito. Per chi infrange questa legge, che mira a fermare il lobbying degli interessi politici stranieri, c’è anche la responsabilità penale.  La legge Fara della sezione della National Security Administration del Dipartimento di Giustizia Usa è, secondo uno studio legale americano, la più aggressiva degli ultimi decenni. E infatti, proprio applicando questa legge negli Stati Uniti si arrestano, si sbattono in prigione senza alcun motivo cittadini russi. La Fara e soprattutto la legge 951, sono oggi il principale strumento politico di intimidazione e di lotta che l’Fbi e altre agenzie statunitensi, con la scusa di “contrastare il potere forte russo”, conducono contro la Russia in tutto il mondo.

Gli stessi deputati georgiani che hanno presentato la legge sugli Agenti Stranieri, hanno dichiarato che essa è stata elaborata sul modello di quella americana.

Quindi si tratta di una “legge americana” e non certo russa. Ma la stampa italiana è arrivata all’assurdità di scrivere che “quella georgiana è una legge molto simile a quella che in Russia da anni mette a tacere il dissenso”. Invece quella adottata in Russia è molto più morbida e “umana” di quella americana, lì basta dichiarare se la testata o organizzazione è finanziata e da chi e si può continuare a lavorare.  Il capo della Duma di Stato russa Vjačeslav Volodin a febbraio ha sottolineato a proposito delle modifiche introdotte nella legge, atte a proteggere la sicurezza della Russia: “Bisogna decidere: o sei contro o sei col paese e allora rifiuti i finanziamenti esteri, esci dallo status di agente straniero e poi ricevi i fondi all’interno del paese. Ma non si può diffamare la Russia con i soldi stranieri e poi raccogliere soldi con la pubblicità qui in Russia”. È stato infatti appurato che questi soldi venivano inviati dall’opposizione al regime nazista ucraino.

Anche il Kirghizistan sta discutendo questa legge sugli Agenti stranieri, tra le proteste degli Stati Uniti. Antony Blinken infatti ha espresso “viva preoccupazione per questa legge all’esame del parlamento kirghiso” e mette in guardia dalla sua adozione. La risposta del presidente Sadyr Japarov è stata secca: “Perché questa legge è possibile per voi, ma non per noi? La mia unica richiesta è di non interferire negli affari interni del nostro paese”.

Quello che sta avvenendo in Georgia è il tentativo da parte della Cia di realizzare un colpo di stato, leggendo più profondamente la situazione, essa è il calco di quella in Ucraina nell’autunno 2013, quando iniziava il colpo di stato, diretto dalla Cia, con gli scontri provocati prendendo come motivo la mancata firma da parte di Viktor Janukovič dell’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea. Tuttavia è improbabile una seconda “Rivoluzione delle Rose” perché l’opposizione non ha un forte potenziale di protesta e senza un serio e vasto sostegno esterno, organizzativo e finanziario, difficilmente essa potrà prendere il sopravvento nel paese. Ma se ciò avverrà, allora non si può escludere lo scenario “Majdan” di Kiev per la Georgia.

La Georgia era troppo “filorussa” per essere lasciata in pace dall’Occidente: sono state ripristinate le relazioni di buon vicinato con la Russia, di cui la popolazione georgiana ne sente già i benefici, oltre al fatturato commerciale è ripreso anche il flusso dei turisti. Ma nel mirino dell’Occidente ci sono soprattutto le elezioni presidenziali del 26 ottobre prossimo, evento chiave della vita interna del paese, perché lo scopo dell’Occidente è rovesciare il governo, cambiare il potere in Georgia, adesso per mezzo di un “Majdan”, oppure dopo con le elezioni.

Secondo la dichiarazione del capo del partito “Il sogno georgiano”, Iraklij Garibašvili, nel paese ci sono ben 31.000 “Ong”, cioè organizzazioni non governative, non profit, ecc., davvero tante per un paese così piccolo come la Georgia. Come ha precisato il primo ministro georgiano Iraklij Kobakhidze, la legge “Sulla trasparenza dell’influenza straniera” ha un solo obiettivo: “rendere pubblici i rendiconti finanziari delle organizzazioni non governative che ricevono milioni di dollari dall’estero e spendono questi fondi in attività politiche sovversive”. È chiara perciò la preoccupazione del governo georgiano che sembra intenzionato a conservare il proprio paese e a proteggerlo per non fargli fare la fine dell’Ucraina. 

Gli Stati Uniti dopo subito dopo l’adozione della legge il 14 maggio, hanno dichiarato che “se la legge rimarrà così com’è adesso, non corrisponde agli standard dell’Unione Europea, mina la democrazia e se vedremo impiegare la violenza contro i pacifici protestanti, naturalmente introdurremo le sanzioni contro la Georgia, che prima di tutto riguarderanno il campo finanziario”.

Quindi la tensione si manterrà, perché l’Occidente vuole che la Georgia aderisca alle sanzioni contro la Russia e ha bisogno di aprire un secondo fronte contro la Russia con le mani dei georgiani. 

Immagine: This Photo was taken by Supanut Arunoprayote.Feel free to use any of my images, but please mention me as the author and may send me a message.  (สามารถใช้ภาพได้อิสระ แต่กรุณาใส่เครดิตผู้ถ่ายและอาจส่งข้อความบอกกล่าวด้วย) Please do not upload an updated image here without consultation with the Author. The author would like to make corrections only at his own source. This ensures that the changes are preserved.Please if you think that any changes should be required, please inform the author.Otherwise you can upload a new image with a new name. Please use one of the templates derivative or extract., CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0&gt;, via Wikimedia Commons


Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑