Il secondo bollettino del Cne, si consolida l’affermazione di Maduro

di Gianmarco Pisa – da Caracas

Nonostante gli attacchi e i propositi eversivi della destra estrema, nella giornata del 2 agosto il Cne ha promulgato il secondo bollettino elettorale delle elezioni presidenziali nella Repubblica Bolivariana del Venezuela: la partecipazione al voto è pari al 59,97%, Nicolás Maduro vince con il 51,95% dei voti. 

La giornata di oggi [ieri NdR], 2 agosto, si è rivelata, qui nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, particolarmente importante, con due notizie di primario rilievo: la conferma del carattere anche armato della trama eversiva che ha animato il tentativo di colpo di stato posto in essere dalle frange più estremiste e oltranziste della destra venezuelana, facenti capo al candidato González Urrutia e al capo politico della sua campagna, la già interdetta per gravi reati Maria Corina Machado; e la diffusione a cura del Cne del secondo bollettino elettorale.

Il ministro degli Interni, Remigio Ceballos, ha riferito che è stata smantellata una banda formata nel seno del partito politico Vente Venezuela, il partito della Machado, una banda dedita al traffico e all’assemblaggio di armi con finalità eversive. Secondo il ministro, in particolare, “questi piani sono stati diretti dall’estero, in particolare dagli Stati Uniti, dalla Colombia, dal Cile e dall’Ecuador. In questo contesto, nel quadro del fallito tentativo di colpo di stato e attraverso l’inchiesta condotta dal Corpo di investigazioni scientifiche criminali, abbiamo catturato, smantellato e neutralizzato un’organizzazione criminale, costituita come commando criminale del partito Vente Venezuela, che agiva come vera e propria banda terroristica dedita al traffico, all’assemblaggio e alla vendita di armi con finalità di destabilizzazione e di esecuzione di omicidi.

“Stiamo coordinando con gli organismi internazionali tutte le informazioni necessarie per la cattura delle altre persone coinvolte e ampliando, di conseguenza, l’indagine. Questi gruppi eversivi e commando criminali sono distruttivi; usano solo la violenza, il fascismo, per colpire i cittadini e tutto ciò che è stato costruito per il benessere, la sicurezza e la pace del popolo venezuelano. Sono sostenuti dalla criminalità organizzata e da bande criminali che usano l’odio, la vendetta e la minaccia. Continuiamo a lavorare sostenuti della missione dei Quadranti di Pace come politica pubblica di sicurezza dei cittadini che ci ha permesso di garantire e ripristinare l’ordine attraverso l’unione civico-militare e di polizia e a partire dal potere popolare”.

La grande missione Quadrante di Pace è infatti una missione bolivariana finalizzata alla protezione e alla sicurezza delle città e delle comunità. Essa punta, in particolare, a intervenire in casi di crimini e reati gravi; situazioni legate a incidenti stradali, causa di un numero particolarmente elevato di morti violente; problematiche legate alla convivenza all’interno delle comunità, associate a delitti, violenze e crimini. Essa muove dal potere popolare in azione e si basa sull’integrazione politica, tecnica e istituzionale della gestione delle problematiche della sicurezza; concentra l’azione del governo bolivariano sullo sviluppo della pace e della giustizia comunitaria; promuove lo sviluppo di azioni di controllo e di misure di sicurezza dei cittadini accompagnate da azioni sociali e preventive nei settori dell’istruzione, della cultura, dell’alimentazione, dello sport, della salute, del tempo libero e della gestione dei rischi, particolarmente a livello civico e comunitario.

Per quanto riguarda poi le prove raccolte, legate al disegno eversivo della destra, il ministro ha riferito del ritrovamento di pezzi e parti di AK-47 e AR-15, una rivoltella, veicoli, perfino un aeroplano, nonché un totale di ben 1.843 munizioni. In definitiva, è stato sequestrato un totale di 218 parti e pezzi di armi da guerra, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, destinate ad “assassinare cittadini venezuelani e generare il caos”.

Tali piani sono stati denunciati anche dal presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Rodríguez, sottolineando che il piano dell’estremismo ha sempre a che fare con la violenza e, per questa frangia estremista della destra venezuelana, la partecipazione alle elezioni presidenziali ha rappresentato niente più che un pretesto per poter dare corso ai piani eversivi. “Il vero piano che stanno cercando di realizzare, in questo momento, è seminare violenza nelle strade”. Il piano degli estremisti è di creare un terreno fertile per generare violenza e attentare alla pace e alla tranquillità della popolazione. 

Intanto, lo scorso 31 luglio, l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha tenuto una riunione di emergenza sulla situazione in Venezuela, e ha fallito nel tentativo di approvare una risoluzione di condanna contro la Repubblica Bolivariana. È interessante osservare come il Brasile di Lula e la Colombia di Petro si siano astenuti; il Messico di Andrés Manuel López Obrador ha significativamente rifiutato di partecipare alla riunione e ha inoltre condannato gli sforzi dell’Osa di intromettersi nelle questioni interne del Venezuela.

L’estrema destra venezuelana ha rifiutato di firmare l’impegno a rispettare i risultati promulgati in via ufficiale dal Consiglio Nazionale Elettorale e ha lanciato espliciti proclami di violenza, come quello, ha ricordato il presidente dell’Assemblea Nazionale, emesso dalla Machado, che ha detto che il presidente della Repubblica sarebbe stato scalzato solo con la forza. Già interdetta, come detto all’inizio, per gravi reati, Maria Corina Machado, il 21 marzo 2014, pur essendo parlamentare venezuelana, ha accettato l’incarico di “rappresentante supplente” di Panama presso la medesima Organizzazione degli Stati Americani, giungendo addirittura a richiedere in quel contesto un intervento straniero contro il Venezuela, motivo per il quale è naturalmente decaduta dalla carica di parlamentare ai sensi degli articoli 149 e 191 della Costituzione. Dunque – mondo alla rovescia – un deputato che chiede l’intervento straniero contro il proprio Paese, che dovrebbe rappresentare invece, in quella veste istituzionale, come recita ad esempio la nostra Costituzione, con “disciplina e onore”.

“Non si tratta più di elezioni”, ha aggiunto Jorge Rodríguez, “nel momento in cui dichiarano di volere riconoscere solo i propri verbali di partito (e non la documentazione istituzionale ufficiale) e di voler attaccare il centro di trasmissione dati e altre strutture del Cne. Ad ogni modo, nonostante, questi attacchi, nella giornata del 2 Agosto, come anticipato, il Cne ha promulgato il secondo bollettino elettorale. 

Con il 96,87% dei voti registrati, la partecipazione al voto è pari al 59,97%, pari a 12.386.669 elettori, con 12.335.884 voti validi e 50.785 voti nulli. I risultati sono i seguenti: 

Nicolás Maduro: 6.408.844 voti (51,95%)
Edmundo González: 5.326.104 voti (43,18%)
Luis Martínez: 152.360 voti (1,24%)
Antonio Ecarri: 116.421 voti (0,94%)
Benjamin Rausseo: 92.903 voti (0,75%)
José Brito: 84.231 voti (0,68%)
Javier Bertucci: 64.452 voti (0,52%)
Claudio Fermín: 40.902 voti (0,33%)
Enrique Márquez: 29.611 voti (0,24%)
Daniel Ceballos: 20.056 voti (0,16%)

Fonte: Elvis Amoroso lee segundo boletín con resultados de elecciones presidenciales, 2 de agosto de 2024

Immagine: Paseo de los Insignes, Caracas; foto di G. Pisa. 

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