Comunicato di Camping Cig
Riceviamo dai lavoratori cassintegrati delle Acciaierie di Piombino, organizzati da tempo in un collettivo di lotta, un comunicato sugli sviluppi della vertenza e delle lotte in corso, dove si rivendica la necessità di restituire al controllo pubblico l’impianto produttivo nell’interesse dei lavoratori e del territorio.
Piombino, 7 agosto 2024. Dopo anni di cassa integrazione e in mancanza di un piano industriale alle Acciaierie di Piombino incombono i licenziamenti. La nuova Rsu appena eletta, vera titolare della vertenza e referente diretta per i lavoratori, è chiamata a un radicale cambio di passo, basta chiacchere!
Dopo il prolungato attendismo sindacale, essa ha il pesante compito di promuovere e programmare da subito forti mobilitazioni per imporre al governo la cacciata di Jsv, affinché lo Stato si riprenda lo stabilimento con un piano industriale vagliato da lavoratori e cittadini capace di rilanciare la produzione delle rotaie e con un forno elettrico, lontano dalla città, sostenere anche le altre produzioni. Eventualmente lo faccia anche insieme a un privato con vincoli e penali ferree in merito agli impegni che dovrà prendere per garantire il rilancio del nostro stabilimento, comunque con lo Stato in posizione di comando. Rilancio quanto mai importante nel momento in cui grazie ai fondi del Pnrr la rete ferroviaria italiana è impegnata in ammodernamenti e potenziamenti.
Non possiamo attendere che si chiarisca cosa vuole fare Metinvest, che attualmente sta puntando ad acquisire le Acciaierie di Taranto, o cosa farà il governo se questo avverrà. Le intese firmate con Metinvest-Danieli-Jsw sono state completamente disattese i tempi stabiliti sono saltati e non possono essere più il nostro punto di riferimento.
Riprendiamo e rilanciamo le Acciaierie di Piombino, l’unico stabilimento che in Italia produce rotaie, con un nuovo piano industriale sostenuto dal governo; si vada solo successivamente a confrontarsi con il progetto di Metinvest Danieli, per ora quanto mai aleatorio. Si imponga al governo di muoversi all’interno di un piano nazionale della siderurgia, più volte annunciato e mai presentato. Anche l’eventuale società di scopo, come hanno fatto a Cornegliano, che dia una prospettiva e lavoro immediato a chi risulterà momentaneamente espulso dallo stabilimento, deve essere partecipata e diretta dallo Stato, dalla Regione e dal Comune.
Nel necessario cambio di passo della nuova Rsu, deve trovare spazio anche la ricerca di alleanze con la città, non estraniandosi più da vicende quali il rigassificatore da mandare via; la sanità locale da difendere e rilanciare; la discarica da assoggettare alle bonifiche locali; senza dimenticare la Magona.
Lavoratori e cittadini insieme possono conquistare acciaio pulito per la difesa dell’ambiente e una diversificazione economica capace di dare nuovi posti di lavoro. La nostra controparte è il governo che non deve più essere il bancomat delle multinazionali ne consegnare ad esse il nostro territorio, questo sarà possibile se ricominceremo a lottare.
Immagine: Paolo Querci, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
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