Questo posto è orrendo

di Roberto Veracini

Questo testo – scritto quindici anni fa, ma purtroppo ancora molto attuale – nasce dal disagio di vivere e comprendere il nostro presente, offeso da guerre e ingiustizie sempre più insopportabili e sempre più “normali”, accettate ormai come ineluttabili. Questo posto è orrendo è come un urlo di dissenso, un’accusa diretta, una riflessione poetica arrabbiata contro un’umanità che si è persa e giustifica ogni ferocia (“Ma il peggio – lo sai – non è il male, / è il suo decoro”).

Questo posto è orrendo 1 

                             “… e intanto fugge questo tempo / questo reo tempo…
(U. Foscolo)

I
Dai calcinacci ammucchiati, dalla polvere
dalle travi s’intravedono carni, ossa
frammenti sepolti
di vita, uomini silenziosi
che scavano, donne che urlano, rumori
cupi dello spazio morto, stracci
abbandonati, scarpe, pezzi
di scarpe, pezzi di tutto, la disperazionedegli occhi che s’imbattono,
increduli,
nel gelo impietoso delle telecamere,
pronte a cogliere l’atto, la guerra
nel suo svolgersi, puntuale, ineluttabile.

Questo posto è orrendo. Si vedono le immagini,
perfette. Non si sente più niente.

II.
È orrendo questo posto
e le facce, l’odore della pelle,
la muta dei cani sempre pronta
all’osso, le servili cosce tivù
sorridenti, la barba finta
degli esperti, la solitudine
dei morti, l’aria
che si respira e l’assenza
quest’assenza che non ci dà
pace…
Siamo ancora qui, increduli
a rivedere il conto, ingannati
da questo reo tempo,
ma è altrove, sicuramente altrove
tutto il nostro mondo

III.
Una volta,
                              ma chissà quando,
dentro di te
urlando una quiete
oscura, argillosa, d’altra specie,
tu rimanesti
                              vivo, ritto in piedi,
tremando, ma niente
poté mai scalfire
il tuo sguardo libero, adolescente.
Oggi, lo senti, diverso è il canto
di chi sta in piedi e vede
melma soltanto e fango…
Oggi non sai chi hai accanto
– se volpe o agnello, se lupo o fesso –
e dove porti questo lungo sonno
e ti stupisce – ma nemmeno tanto –
la follia umana e il mondo
fatto cenere, lapilli
e inganno.
Ma il peggio – lo sai – non è il male,
è il suo decoro.

Note:

1 Tratto da Da un altro mondo, 2011, Ets edizioni, Pisa.

Immagine: Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0&gt;, via Wikimedia Commons

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