a cura della redazione
Se il reato di terrorismo diventa l’arma con la quale mettere il bavaglio alla opposizione sociale. Il caso di Luigi ne è l’ennesima dimostrazione.
Mercoledì scorso abbiamo pubblicato un articolo esprimendo solidarietà a Luigi Spera, vigile del fuoco e attivista di Antudo, di cui abbiamo sintetizzato brevemente le vicende giudiziarie. Con nostra felicità ora apprendiamo che il ricorso in Cassazione per Luigi, presentato dall’avvocato Giorgio Bisagna, è stato accolto, determinando l’annullamento della riqualificazione del reato di terrorismo attuata dal Tribunale del Riesame.
Viene meno quindi l’imputazione che aveva portato il militante di Antudo in regime detentivo di AS2 dallo scorso marzo, a mille chilometri dalla propria casa, ossia in un carcere di massima sicurezza e con un regime detentivo particolarmente duro.
Riportiamo dunque a seguire uno spezzone del comunicato del collettivo Antudo diffuso subito dopo che la notizia di quanto deciso dalla Cassazione è divenuta pubblica:
“Crolla l’impianto accusatorio voluto dal pubblico ministero e con esso emerge la fragilità di un processo a tutti gli effetti politico: il carosello di indizi spacciati per prove, i titoli e articoli di giornale ricchi di dettagli e appellativi pagina la vicenda esasperandone i toni con l’obiettivo di punire in modo esemplare una realtà come quella di Antudo e i suoi appartenenti, colpevoli di aver puntato il dito contro il colosso degli armamenti Leonardo. Un apparato industriale tra i primi al mondo per fatturato, che profitta miliardi allo Stato italiano vendendo droni, elicotteri e tecnologie militari agli eserciti di tutto il mondo e che vanta tra i suoi maggiori acquirenti il governo israeliano impegnato nello sterminio della popolazione palestinese.”
“Oggi, insieme all’accusa di terrorismo, cade anche tutta la narrazione che alcuni giornalai e pennivendoli hanno costruito per mesi intorno alla figura di Luigi, ergendosi a giudici e mettendo in piedi un impianto accusatorio fuori da ogni plausibile realtà. Quella verso Luigi è stata una vera e propria gara a sbattere il mostro in prima pagina, a chi scrive il titolo più sensazionale” dichiara Gianmarco, portavoce di Antudo.
Il processo andrà avanti con la prossima udienza fissata al 6 novembre: la strada è ancora lunga, ma con maggiore determinazione di prima, la redazione di «Futura Società» aderisce all’appello per la liberazione di Luigi e di tutte e tutti coloro vedono oggi la propria libertà limitata a causa del proprio impegno contro la guerra e per la giustizia sociale. La contestazione del reato di terrorismo è ormai applicata anche a reati sociali e politici che con il terrorismo nulla hanno a che vedere, senza dubbio siamo davanti al restringimento degli spazi di libertà e di democrazia e proprio l’accusa di terrorismo è funzionale a costruire un muro di silenzio attorno alla detenzione di tanti e tante. Gioca un ruolo di peso anche la disinformazione imperante, si leggono notizie in grande spolvero sull’incarcerazione di alcuni militanti, ma quando poi un Tribunale smonta le accuse ci ritroviamo in presenza di piccoli trafiletti che passano inosservati all’opinione pubblica. Anche per questo rilanciamo un ruolo attivo e solidale della stampa comunista.
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