Veniamo da lontano e andiamo lontano – Terza giornata

A cura del MpRC di Ancona

Cronaca politica della seconda giornata (sabato 14 settembre) della Festa nazionale del MpRC e di «Futura Società» a Castelferretti (Ancona).

L’estate è davvero finita. Il grigio freddo del cielo si congiunge con lo stesso grigio freddo del mare, vicinissimo a Castelferretti (Ancona), dove si svolge la Festa nazionale del MpRC. I compagni scesi da Padova, da Milano, da Torino e saliti dall’Umbria per partecipare alla Festa, con l’intenzione di fare il bagno nelle splendide spiagge di Sirolo, Numana, Mezzavalle, ripongono i costumi da bagno in fondo alle valigie. Nemmeno in questa seconda giornata di festa si potranno organizzare i dibattiti nella piccola ma splendida piazza Albertelli, nella quale, tuttavia, infisse nelle cavità dei grandi alberi e tra il vento forte, garriscono incessantemente le bandiere rosse con la falce e il martello del MpRC.

Come nelle altre due giornate di Festa, anche in questa seconda due dibattiti: il primo alle 18 per presentare il libro collettivo del MpRC (pubblicato nello scorso maggio 2024 in occasione dell’Assemblea nazionale del MpRC a Roma e già esaurito nelle librerie e per le spedizioni on line), un libro ambizioso, con i suoi 27 capitoli inerenti alle grandi questioni storiche, teoriche, politiche che contrassegnano anche l’attuale dibattito interno al movimento comunista e dal titolo volutamente understatement Primi appunti politico-teorici.

Dopo la perfetta, per profondità ed essenzialità, introduzione ad opera della professoressa Laura Baldelli, della redazione di «Futura Società», è Fulvio Bellini, del MpRC di Milano, studioso di questioni geopolitiche e di storia del movimento comunista ed operaio, ad aprire il dibattito. Bellini (autore dell’importante capitolo su Lenin del libro in esame) presenta una sintesi generale del libro, una difficile sinossi dei 27 capitoli, una sinossi ardua ma perfettamente riuscita, cosicché tra “il pubblico” prendono vita – attraverso le parole rispettose dell’opera che si va presentando ma anche autonome (di interpretazione autonoma) di Bellini – i diversi processi di costruzione del socialismo, da quello sovietico a quello cinese, sino ai socialismi del XXI Secolo dell’America Latina, per una cavalcata tra i vari continenti quale viaggio generale per rimpinguare la “cassetta degli attrezzi” della rivoluzione. Per rafforzare la debole progettualità e prassi rivoluzionaria del movimento operaio complessivo italiano ed europeo di fase.

È poi la volta di Francesco Galofaro, docente di semiotica all’università di Milano e coordinatore del Gruppo di Lavoro “Marxismo, teoria della rivoluzione in occidente e questioni del Socialismo del XXI Secolo” – che ha scritto il terzo capitolo “L’Europa dell’Est: dalla caduta dell’Urss all’affermazione della nuova Europa” del libro che oggi si presenta – ad affrontare le questioni relative alla crisi economica che è stata alla base (oltre agli errori drammatici di Gorbaciov e alla perestroika) dell’autodissoluzione dell’Urss. Galofaro sviluppa una densa analisi relativa al rapporto tra le mancate riforme economiche sovietiche ed il grande sviluppo economico cinese, base materiale della trasformazione della Cina socialista in quell’attuale potenza mondiale che si pone come colonna centrale dei Brics e del nuovo fronte antimperialista mondiale.

Vladimiro Merlin (della segreteria nazionale del MpRC e autore di tre capitoli del libro oggi in esame, “Lenin e l’attuale fase dell’imperialismo”, “Dal Pci al Pds: viaggio verso la fine” e “Rifondazione Comunista. Eclettismo e monarchia assoluta”) sviluppa un’analisi sull’imperialismo vigente, “battendo in breccia” (come si diceva un tempo) le fuorvianti letture di un imperialismo che sarebbe oggi (approdo alla Toni Negri) un super imperialismo, una potenza unica e unita e totalmente segnata dalla finanziarizzazione, una visione delle cose, secondo Merlin, che cancella erroneamente la potenza del capitale industriale e materiale escludendo, peraltro, la categoria leninista delle contraddizioni interimperialiste.

Terminato il primo dibattito, i militanti MpRC allestiscono la sala per la cena (pienone, stasera, oltre 50 “avventori”!) e preparare, poi, il secondo dibattito delle ore 21: “Dalla sanità pubblica alla sanità amerikana?”. La sala è piena (le foto potranno dimostralo) e Stefano Tenenti, dirigente storico del movimento sindacale di classe delle Marche e responsabile nazionale della Commissione Sanità del MpRC, apre la discussione. Il suo è un intervento segnato dalla conoscenza concreta e profonda della Sanità (della sua crisi) in Italia e nelle Marche, conoscenza che lo porta ad affermare come il centro-sinistra che ha a lungo governato la Regione Marche e gli stessi governi di centro-sinistra nazionali abbiano violentemente avviato quei processi di privatizzazione della sanità pubblica che oggi sia il governo regionale delle Marche, guidato dai Fratelli d’Italia, che il governo Meloni portano a termine anche attraverso, quest’ultimo, quell’imponente spostamento di fondi economici verso le armi all’Ucraina e al riarmo interno che, inevitabilmente, sottrae risorse al welfare generale, distruggendo la sanità pubblica. Una sottrazione di risorse verso la sanità pubblica, che tuttavia, secondo Sandro Carucci (altro intervento della serata), operatore sanitario, dirigente comunista storico nell’area di Macerata e attuale presidente dell’Associazione politico culturale “ITIdealia”, non è casuale ma risponde ad una strategia di lungo termine che punta alla destrutturazione totale della stessa sanità pubblica come Cavallo di Troia per la messa in campo di una sanità tutta all’amerikana, privatizzata e incardinata sul sistema delle assicurazioni.

Paola Volponi, amatissima e popolare dottoressa di Fermo, corrobora la tesi del progetto strategico di privatizzazione della sanità pubblica attraverso una disamina attenta delle stesse strutture ospedaliere pubbliche odierne, in crisi gravissima per la mancanza ormai cronica di personale medico e infermieristico, per la mancanza di apparecchiature all’altezza e per la burocratizzazione di tanta parte del fronte amministrativo della stessa sanità pubblica. Spostando poi lo sguardo sui cittadini e sui pazienti, “ormai letteralmente vessati dalle lunghissime liste di attesa, dai ticket e da quella malasanità che non dipende certo dai lavoratori del comparto (medici, infermieri, tecnici) i quali, in un conteso di crisi profonda del sistema sanità, sono quelli che, invece, ancora tengono in piedi, con i loro sacrifici e la loro dedizione al lavoro, il sistema, ma dipende, questa malasanità ormai generale, dallo stesso progetto scientifico del potere capitalista e dei suoi governi subordinati di uccidere la sanità pubblica per metterla nelle mani dei privati”.

Di grande prestigio, per la stessa Festa del MpRC è la presenza al dibattito del dottor Mauro Borioni, anestesista-rianimatore di stanza al più grande ospedale delle Marche (ospedale di Torrette, ad Ancona), nonché coordinatore dell’area “Sanità pubblica” del movimento politico e sociale “Dipende da noi”. Il dottor Borioni, attraverso una “radiografia” del concreto e drammatico stato delle cose nella sanità pubblica, e specificatamente nei suoi pronto soccorsi (“ormai luoghi infernali, sia per i pazienti che per i medici e gli infermieri, sui quali si riversa la anche, spesso comprensibile, rabbia di chi attende giornate intere per una visita e un intervento medico; luoghi, questi pronto soccorsi, ormai letteralmente svuotati di personale, il che ci fa capire perché i pazienti debbono aspettare intere giornate”), trasmette anche lo stato d’animo dei suoi colleghi anestesisti giovani, tutti ormai inclini, per disperazione, ad andarsene dall’Italia verso altri paesi dell’Unione europea e del mondo.

A trarre le conclusioni del dibattito è Stefano Tenenti, che ricorda anche “ il progetto del MpRC di lanciare, con altre forze politiche sociali, una campagna nazionale in difesa della sanità pubblica, una campagna che non si limiterà a richiedere l’ abolizione dei ticket ma che soprattutto, anche per costruire una più profonda coscienza popolare, punterà all’abolizione della legge che nel 1992 portò alla regionalizzazione e alla aziendalizzazione della sanità pubblica, disastro sociale che, drammaticamente, si aggraverà con la legge dell’autonomia differenziata, che siamo chiamati, anche per salvare la sanità pubblica, a cancellare”.

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