Veniamo da lontano e andiamo lontano – conclusione della Festa

A cura del MpRC di Ancona

Terza e ultima giornata della Festa MpRC a Castelferretti (Ancona): con la Palestina nel cuore e verso la costruzione, in Italia, del partito comunista.

Domenica 15 settembre, quasi mezzanotte: la Festa nazionale del MpRC organizzata a Castelferretti (Ancona) termina, con la fine del dibattito serale, ufficialmente. Un’altra ora per lavare le pentole, riassettare la cucina, riordinare la grande sala-dibattiti, smontare e ripiegare le bandiere, gli striscioni, togliere dalla piazza i “tazebao”, e le compagne e i compagni, distrutti dalla fatica dei tre intensi giorni, potranno tornarsene a casa. Il primo bilancio della Festa è oltremodo positivo: da venerdì 13 a domenica 15 settembre sei dibattiti (tutti di grande spessore politico), 30 oratori/oratrici, circa 300 partecipanti complessivi, tre cene (crediamo particolarmente apprezzate), circa 200 “avventori” complessivi. Tutto ciò, senza nessun incidente, nonostante i notevoli problemi organizzativi presentatisi: la pioggia incessante che non ha permesso di allestire la Festa all’esterno, in piazza, ma che ha costretto il MpRC di Ancona a “pensarla” e montarla tutta all’interno della sede; la spesa per le cene da “rincalzare”,  all’ultimo minuto, di fronte al numero sempre più alto di nuove prenotazioni; gli oratori (più della metà dei quali venuti  da lontano) da seguire telefonicamente, da andare a prenderli nelle due stazioni (Falconara ed Ancona), da accompagnarli negli alberghi prenotati, da andare a riprenderli per portarli alla Festa, da tornare a prenderli il mattino successivo per riportarli in stazione per il viaggio di ritorno… insomma tutto il lavoro di accoglienza, e per i circa 15 oratori/oratrici venuti da fuori. I nostri lettori ricorderanno che, il giorno precedente l’inizio della Festa (giovedì 12 settembre), la grande bacheca posta su di un centro abitato nei pressi della Festa e contenente i manifesti della Festa stessa è stata attaccata, distrutta, i due sportelli divelti scientificamente e i manifesti portati via. Bene: non solo i nostri nemici politici sono entrati in azione, in questi giorni, ma anche il meteo ha dispiegato tutta la sua inimicizia contro i comunisti: è sempre piovuto, dal 13 settembre al 15 settembre, giorno di chiusura della Festa, ma poi, dal 16 settembre, giusto giusto, è tornato a risplendere il sole. Ma tutto, nella sede interna della Festa, è andato comunque bene. L’ultima tornata “dibattimentale, ieri, domenica 15 settembre, è stata di grande rilievo politico generale e per i comunisti, non solo per il MpRC, di notevole importanza.

Moahammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia

Alle ore 18 (al dibattito dal titolo “Dalla parte del popolo palestinese”), la Festa, ed il MpRC, hanno avuto il piacere immenso di avere come ospite Moahammad Hannoun, presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, il compagno Hannoun che due giorni prima ha telefonato all’organizzazione della Festa dal Qatar per assicurare che comunque sarebbe arrivato, ed è arrivato! Il dibattito è stato splendidamente introdotto (e poi coordinato) dalla compagna Daniela Filonzi, dell’Associazione nazionale “Gazzella”, che lavora per aiutare i bambini palestinesi colpiti dal fuoco israeliano. Subito dopo vi è stato l’intervento di Hannoun, che ha raccontato nei suoi dettagli spaventosi il genocidio di Gaza (Hannoun si è recato due volte, in questi ultimi tempi, nei territori della Striscia); ha raccontato dei massicci preparativi alla guerra, su scala regionale, in tutto il Medio Oriente, che stanno conducendo il governo e l’esercito di Israele, affermando, tuttavia, che l’intero popolo palestinese, tutto il popolo di Palestina, unito, è pronto alla Resistenza e all’insurrezione.

Dopo Hannoun vi è stato l’affascinante “recensione” della professoressa Alessandra Ciattini, docente di Antropologia culturale alla “Sapienza” di Roma e dirigente del MpRC. La compagna Ciattini ha avuto un compito insolito, in un dibattito come quello di ieri: presentare il romanzo (uscito da poco per i tipi della Feltrinelli) Il racconto di un muro, di Nasser Abu Srour, poeta e scrittore palestinese cresciuto in un campo profughi in Cisgiordania, alla periferia di Betlemme e chiuso nelle carceri israeliane dal 1993. La compagna Ciattini è riuscita a “leggere”, interpretare (sul piano storico e letterario) e trasmettere al pubblico tutta l’emozione, il grido di dolore e la volontà di lotta del poeta palestinese e dell’intero popolo palestinese contenuto nel romanzo Il racconto di un muro.

Diversi palestinesi erano al dibattito e tutti sono intervenuti, portando il loro contributo di denuncia contro Israele, di lotta e di Resistenza. Diversi altri sono stati gli interventi, segno del grande sentimento solidale che i compagni hanno verso la causa palestinese.  Le conclusioni sono spettate al compagno Moahammad Hannoun, che ha, tra l’altro, ricordato come l’azione di Hamas dello scorso 7 ottobre abbia avuto il merito sia di aver riportato la questione palestinese (ormai totalmente rimossa, censurata) al centro del dibattito internazionale, che di aver favorito una nuova, per molti versi inediti, unità di lotta dell’intero popolo palestinese.

Concluso il dibattito sulla questione palestinese è stata, dai militanti MpRC di Ancona, servita la cena: carne macinata condita alla palestinese (miscela di spezie Zaatar) in onore di Hannoun e dei compagni palestinesi presenti.

Molto atteso il dibattito di chiusura della Festa (“Verso la costruzione del partito comunista”). Molto atteso non solo per il tema proposto, ma anche perché i quattro oratori che si sono misurati con questo tema politico, coordinati dal compagno Carlo Zampetti, dirigente comunista e già vicesindaco (comunista) di Serra San Quirico (Ancona), sono stati Paolo Emiliani, della segreteria nazionale di Costituente Comunista; Igor Camilli, segretario nazionale di Patria Socialista; Salvatore Catello, responsabile nazionale di Resistenza Popolare; Fosco Giannini, coordinatore nazionale del MpRC. La sala, seppur capace, non ha agevolmente contenuto tutti i compagni e le compagne presenti e molti sono rimasti in piedi (o seduti, ma in una saletta attigua).

Non riporteremo in questa sede la sintesi degli interventi degli oratori, né quella degli interventi dal “pubblico”, poiché pubblicheremo il video. Ciò che, tuttavia, si possono  riportare sono le questioni seguenti: i quattro oratori, seppur esponenti di quattro diverse organizzazioni comuniste, hanno manifestato una totale omogeneità ideologica e politica in relazione alle grandi problematiche cogenti (guerra imperialista e crisi ucraina, con la definizione di “guerra della Nato contro la Russia”; pericolo di terza guerra mondiale quale conseguenza dell’aggressività militare degli Usa e della Nato e lotta prioritaria per l’uscita dell’Italia dalla Nato; costruzione in atto, anche in Italia, da parte del governo Meloni, di un “sistema di guerra” che non solo sposta immense risorse verso il conflitto militare a scapito della sanità pubblica e dell’intero welfare, ma va strutturando un regime di repressione e di minaccia contro ogni opposizione, a cominciare da quella comunista; ruolo “codino” di un’Unione europea ormai drammaticamente genuflessa alle politiche di guerra degli Usa e della Nato e capace solo di imporre sempre più dure politiche ultraliberiste ai popoli europei, un’Unione europea (ed un Euro) dunque, dai quali uscire per riconsegnare sovranità e indipendenza al popolo italiano e agli stessi popoli europei; un grande capitale italiano che attacca, con sempre più virulenza, col consenso e attraverso “la linea” dell’Ue e del governo Meloni, i lavoratori e le lavoratrici. E tutto ciò senza uno straccio di opposizione politica, sociale e sindacale e con ciò che è rimasto del movimento comunista italiano (in piena crisi, in estinzione), incapace di formulare una benché minima risposta. Ed è da questo stato oggettivo di cose che i quattro dirigenti in presidenza dei quattro soggetti comunisti sono partiti, con sentimento e pensiero politico unanime, per porre la questione della loro immediata unità e la costruzione del partito comunista in Italia. Vasto è stato il dibattito, al quale hanno partecipato i compagni e le compagne di Ascoli Piceno, di Ancona, di Fabriano, di Perugia, di Pesaro presenti. Vastissimo il consenso “di base” al progetto di unità comunista e costruzione del partito comunista in Italia. Un progetto, come ha poi asserito il compagno Gianni Favaro (della segreteria nazionale del MpRC), “sceso” da Torino anche per dare una mano alla Festa, che deve iniziare da subito attraverso la costruzione dell’unità dei comunisti, dell’unità dei quattro soggetti comunisti presenti al dibattito (Costituente Comunista, Resistenza Popolare, Patria Socialista e MpRC), dal basso, senza aspettare gli input dei gruppi dirigenti, attraverso il confronto politico e, soprattutto, la lotta e l’unità d’azione comune. Attraverso l’unità con altri soggetti comunisti. Nelle sue conclusioni, il compagno Fosco Giannini è stato chiaro: “È lo stesso, favorevole, cambiamento di quadro internazionale, segnato dall’avanzare del fronte antimperialista a danno di quello imperialista; è lo stesso, grande sviluppo del movimento comunista mondiale, che oggi governa, da solo o assieme ad altre forze dal carattere antimperialista, un quinto dell’umanità, a rendere oggettivamente legittimo un progetto ed una lotta antimperialista, comunista, rivoluzionaria anche nei paesi ad alto sviluppo capitalista, come l’Italia. Ma per dare corpo a questo progetto di lotta occorre innanzitutto costruire, e “consegnare” alla “classe” un partito comunista degno di questo nome, d’avanguardia e di popolo, di quadri con una linea di massa”.

Non vi è dubbio che il dibattito sul tema proposto dalla Festa del MpRC di Ancona (“Verso la costruzione del partito comunista”) a questo stesso progetto abbia fatto fare un bel passo avanti. Alla fine del dibattito se ne sono convinti i dirigenti delle quattro forze comuniste presenti e tutta l’assemblea.

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