L’assassinio del “Che” Guevara arabo non rallenterà la transizione al multipolarismo

di Stefano Zecchinelli

Hassan Nasrallah è stato un soldato e leader politico-militare straordinario. Ispirandosi al socialismo di Garibaldi e Fidel Castro, ha messo a punto una modalità d’intendere guerriglia asimmetrica (più che altro rielaborando gli scritti militari di De Gaulle) in grado, per oltre vent’anni, di tenere in scacco l’imperialismo israeliano. Il suo assassinio non ritarderà, l’inevitabile ed auspicabile, transizione ad un mondo multipolare.

Il cibercibio consumato dal Mossad in Libano, il quale ha provocato la morte di oltre 300 persone, ha delineato i legami del deep state israeliano-fascista con le multinazionali denominate Big Tech, ree d’accelerare la transizione ad una nuova Architettura di potere: “la società ungherese Bac Consulting (che ha un solo dipendente!), intermediaria di Norta Global ungherese, di Norta Global Israele, di Norta Global Bulgaria, nonché legami del proprietario di quest’ultima, il norvegese Rinson Jose, latitante (la Nato è coinvolta?), con la Gold Apollo di Taiwan”1. La guerra elettronica lanciata dall’imperialismo israeliano nel territorio libanese, è stata d’apripista all’assassinio di Hassan Nasrallah, il “Che” Guevara arabo, segretario generale di Hezbollah. Sconfitta a Gaza, Israele è riuscita a colpire la Resistenza libanese prediligendo questi tre aspetti delle “guerre del ventunesimo secolo”:

  • Sovrapporre gli obiettivi d’intelligence a quelli politici.
  • La creazione d’una “società chiusa”, basata sulla sorveglianza, insensibile all’opinione pubblica mondiale.
  • L’autoconvincimento della natura “esistenziale” del conflitto. Israele è il Paese della “Grande Bugia”, ciononostante l’opinione pubblica israelita (anche fuori dall’entità sionista) è insensibile al giornalismo democratico (anche “liberale”, es. Haaretz) e multipolare (es. Russia Today). Netanyahu parla ad un “popolo-classe” (definizione dello storico antifascista Abram Leon) necrotizzato.

Quello di Israele è terrorismo politico, come l’ha definito Lavrov in conformità al Diritto internazionale, contrariamente gli Hezbollah hanno, dalla loro nascita, contrapposto all’imperialismo occidentale ed all’Isis (un “esercito segreto della Cia”) una eroica resistenza rivoluzionaria. Hassan Nasrallah è sempre stato fedele al sogno di Ali Shariati, amico personale di Jean Paul Sartre, la globalizzazione della Rivoluzione degli Oppressi.

Israele sconfitta a Gaza, insanguina il Libano

Il 23 settembre, davanti all’Alta Corte d’Israele, Netanyahu ha riconosciuto d’aver perso, a Gaza, la guerra contro Hamas, incassando una cocente umiliazione sul terreno della “guerra convenzionale” o “di terza generazione”. L’analista strategico russo, Alexander Hoffman, in quanto esperto di questioni militari ha relazionato sulle ragioni della storica sconfitta del regime sionista:

“Se astraiamo dalle versioni sulle motivazioni escatologiche delle parti in conflitto e dalle varie ipotesi sullo scenario di come si sono sviluppati gli eventi, l’operazione Al-Aqsa Flood ha messo in luce tre vulnerabilità degli israeliani di natura militare: – un fallimento nell’intelligence strategica riguardo ai piani e alle intenzioni di Hamas.

* Un fallimento dell’intelligence strategica riguardo ai piani e alle intenzioni di Hamas. Anche se, sulla base dei dati Humint [human intelligence] ricevuti, c’erano stati avvertimenti da parte dei servizi segreti egiziani. Gli israeliani considerano le loro capacità tecniche di intelligence dominanti [al di sopra della loro intelligence umana]

* la discrepanza tra le capacità del sistema di difesa missilistica avanzato e costoso Iron Dome e i requisiti per respingere le minacce dirette e asimmetriche [impiegate da Hamas].

* l’errore di calcolo strategico nell’uso di una barriera di sicurezza complessa, altamente tecnologica e costosa attorno al perimetro della Striscia di Gaza. La costruzione della barriera ha comportato restrizioni strategiche alla manovra offensiva dell’Idf e alla capacità di anticipazione degli israeliani. Hamas ha così guadagnato l’iniziativa operativa – la mobilità delle sue forze contro la dispersione statica degli israeliani. Prima dell’operazione, facendo affidamento su una barriera impenetrabile, gli israeliani avevano dislocato la maggior parte delle loro forze regolari al controllo dei territori del settore settentrionale, vicini ai confini con il Libano e la Siria, e alla Cisgiordania.”2

Accecati dal razzismo anti-arabo, i vertici del Mossad e dell’Idf, fino all’ultimo, non hanno ritenuto la Resistenza palestinese capace di bucare gli apparati d’intelligence dell’autoproclamato Stato “per soli ebrei”. Una onnipotenza astratta disintegrata dalla realtà militare e di classe. In Libano, Tel Aviv ha spostato il conflitto sul piano dell’intelligence, assassinando uno degli architetti della sconfitta di Daesh, l’eroe antimperialista Hassan Nasrallah; il terrorismo wahabita, grazie allo stragismo subumano dei sionisti-revisionisti, ne esce rafforzato.

La risposta militare iraniana (01/10/2024), nel campo della “guerra convenzionale”, sta confermando l’incapacità del regime sionista di reggere, davanti l’Asse sciita della Resistenza, un conflitto territoriale. La forza del sionismo è una questione d’intelligence: spionaggio, assassinii mirati, Big Tech e nuove tecnologie militari; Israele è uno “Stato del male”. L’assassinio di Nasrallah, teorico coltissimo della guerriglia asimmetrica capace d’ispirarsi a Fidel Castro ed al Gen. De Gaulle, non rallenterà il tramonto del sionismo, ma potrebbe essere utilizzata da Washington per fare pressione sulla borghesia del bazar, un “covo di spie” nell’aperta società iraniana.

Il governo israeliano-fascista ha dimostrato di poter colpire, con la propria prassi terroristica, in qualsiasi parte del mondo, bucando il terreno della cyber-sicurezza. Israele uccide senza pietà; la Cina, al contrario, adopera le medesime tecnologie per dare supporto al mondo del lavoro. I Paesi Brics, nella transizione al multipolarismo, devono contrastare l’imperialismo fermando la conquista dei cyber-spazi e recuperando il modernismo dell’Unione Sovietica: non a caso, già negli anni ’50, nel primo Stato multietnico ed antimperialista della storia si parlava di cyber-comunismo. Questa è la strada che consegnerà, definitivamente, alla Federazione Russa ed alla Repubblica Popolare Cinese il Diritto alla Vittoria.

Note:

1 https://www.voltairenet.org/article221302.html
2 https://comedonchisciotte.org/il-7-ottobre-lantisemitismo-ebraico-nei-confronti-degli-arabi-era-lopportunita-strategica-di-hamas-lo-e-ancora/

Immagine: Puriya Haydarpur, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0&gt;, via Wikimedia Commons

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