Lo sconvolgente sterminio dei palestinesi non fa indignare quasi nessuno

di Alessandra Ciattini

Pochi si indignano dinanzi a questa ferocia, consapevoli che una tale furiosa violenza non si fermerà dinanzi a nulla. Ci consideriamo spettatori, ma potremmo presto diventare carnefici o vittime.

Da circa un mese si parla del “piano dei generali”, ignorato dai grandi media italiani, che sarebbe stato elaborato da Giora Eiland, generale di riserva, e approvato da molti personaggi di spicco dell’élite israeliana, che nonostante la discrezione è trapelato e si sta attuando con la solita spietatezza. Il piano per ora riguarda il nord di Gaza, ma sicuramente sarà messo in pratica in altre zone dove una popolazione stremata e affamata vaga senza trovare nessun rifugio. Queste mosse del governo israeliano mostrano che non si tratta di vendicarsi di quanto accaduto il 7 ottobre, episodio nel quale molti sono morti (compresi palestinesi) per colpa dell’esercito israeliano. Come hanno più volte denunciato Ilan Pappé e Diana Carminati, l’obiettivo è lo sterminio e la liquidazione di un popolo, altra tappa per la costruzione del grande Israele, del canale Ben Gurion e per mantenere saldo il dominio degli Usa che, in questa fase di radicali cambiamenti, non se la sentono di abbandonare il loro gendarme più arrogante e indisciplinato.

Circa due settimane dopo l’operazione condotta dall’esercito israeliano a Gaza nord, il cui scopo era scacciare i 400.000 palestinesi che si trovano ancora in quel luogo, gli israeliani hanno costretto a fuggire i rifugiati del campo di Jabalia, privati delle risorse essenziali per vivere e quotidianamente massacrati. Questi eventi stavano avvenendo quando il cinico Antony Blinken era arrivato in Israele, come provano le foto pubblicate dai membri dello stesso esercito israeliano, che mostrano decine di migliaia di uomini arrestati, donne e bambini affamati violentemente espulsi. Si spara anche a chi rispetta l’ordine di evacuare. Al personale medico, ai malati, ai feriti dei restanti e quasi distrutti ospedali è stato dato l’ordine di allontanarsi entro 24 ore senza specificare dove dovrebbero trasferirsi. Imperterrito, Blinken ha confermato il deciso sostegno Usa al “popolo eletto”. 

L’Alto commissariato per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati ha ufficialmente dichiarato che l’ordine di evacuazione produce trasferimenti forzati e, usando il condizionale, potrebbe determinare la distruzione della popolazione palestinese del nord di Gaza, in particolare quella restante nelle terre intorno a Jabalia, Beit Lahiya e Beit Hanoun.

Secondo varie fonti, compresa Assopace Palestina, da ciò è possibile ricavare che le ultime misure prese dall’esercito israeliano hanno l’obiettivo di rendere impossibile, in senso letterale, la vita ai palestinesi, impedendo anche l’arrivo dei rifornimenti fondamentali (questo sarebbe il contenuto del piano “Eiland”). Il Programma mondiale di alimenti ha dichiarato alla «Cnn» che dall’inizio di ottobre non sono giunti camion con alimenti e medicine. Un residente della zona ha dichiarato che non ci sono acqua potabile, alimenti salutari, medicine, ospedali, anche i luoghi cosiddetti sicuri sono bombardati con razzi e proiettili.

Il commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha affermato: “Le autorità israeliane impediscono alle nostre missioni umanitarie di raggiungere il nord di Gaza, per rifornire di alimenti e di medicine essenziali alla popolazione assediata”; inoltre, sottolinea che i rifugi rimasti in piedi sono pieni di persone, tanto che alcuni si sono riparati nei bagni, chi tenta di fuggire viene ucciso e i loro corpi massacrati giacciono per le strade.

Il commissario ha esplicitamente accusato il governo israeliano di sabotare l’aiuto umanitario e di usare questa azione come arma militare (per sterminare i palestinesi).

Secondo i calcoli ufficiali, i soldati e i bombardamenti israeliani avrebbero ucciso 43.000 persone, oltre altre 10.000 non contabilizzate. Tuttavia, se si aggiunge la scarsità di alimenti, generata volontariamente per decisione del governo, e la diffusione di malattie trasmissibili e in quella situazione incurabili, le persone decedute dovrebbero essere più di 186.000, se quanto scriveva
«The Lancet» lo scorso luglio è corretto.

Proprio quando si stanno commettendo questi crimini (la pulizia etnica e la carestia provocata secondo quanto previsto dal “piano dei generali”), gli Usa consolidano la loro partecipazione diretta al genocidio, mandando allo Stato illegale 100 soldati e una batteria di difesa antimissile da impiegare nel prossimo attacco tanto propagandato contro l’Iran, quasi che Israele non fosse il vero aggressore. Questa ulteriore scalata criminale spiegherebbe il fatto che esso vuole che le forze Unifil, attaccate già 12 volte e per di più col fosforo bianco, lascino il Libano: nessuno deve testimoniare le sue violazioni del diritto internazionale. Qualche esperto militare ha sostenuto che questa batteria, per varie ragioni, non sarebbe in grado di respingere un attacco iraniano massiccio e, pertanto, avrebbe solo una funzione simbolica.

Mentre l’esercito israeliano portava avanti l’operazione a Gaza nord, gli aerei continuavano a martellare le zone residenziali e altre infrastrutture in Libano, uccidendo numerosi civili. Con la giustificazione, ampiamente smentita e già utilizzata quando si è distrutto l’ospedale al-Shifa (presenza di bunker dei guerriglieri), si è dovuto evacuare l’ospedale al-Sahel, nel quartiere Dahieh di Beirut, e sono state documentate esecuzioni sommarie di civili. D’altra parte, «Al Jazeera» ci informa che il ministro degli Affari esteri della Giordania, Paese filo-Usa, ha comunicato con preoccupazione a Blinken che a Gaza sta avvenendo una vera e propria pulizia etnica e che Israele deve essere fermato, mentre l’operazione a Gaza nord continua con solita efferatezza. Ieri è stato colpito da un carro armato l’ospedale Kamal Adwan, mentre oggi sono state uccise 38 persone a sud, a Khan Younis.

Ancora «Al Jazeera» sostiene di aver condotto un’inchiesta secondo la quale Regno Unito e Usa avrebbero organizzato un ponte aereo con la scusa di fornire indicazioni per la liberare gli ostaggi, ma in realtà per sostenere lo sforzo bellico israeliano. 

La lista degli orrori è infinita e comprova la volontà genocida di Israele, ma anche la complicità delle potenze occidentali. Il giornalista Anas al-Sharif ha scritto in un post su X: “La difesa civile di Gaza ha annunciato un orribile massacro nell’area di al-Hawaja, nel cuore del campo profughi di Jabalia, con 150 persone uccise e ferite. Non c’è presenza di squadre di difesa civile, nessun giornalista, nessuna copertura: niente altro che morte e distruzione. I morti sono stati ridotti a pezzi di cadaveri e i feriti sono lasciati morire senza ambulanze o ospedali. Nessuno li sente, nessuno li vede”.

In una dichiarazione rilasciata giovedì, l’organizzazione antigenocidio “Jewish Voice for Peace”, con sede negli Stati Uniti, ha paragonato l’attuazione del piano di sterminio di massa di Israele nel nord di Gaza all’Olocausto nazista. Il gruppo ha scritto: “Molti di noi hanno genitori, nonni e bisnonni sopravvissuti o morti nelle mani dei nazisti e siamo tutti cresciuti con la quotidiana memoria dell’Olocausto del nostro popolo. Lo Stato di Israele sta attualmente perpetrando un Olocausto, il deliberato massacro di massa del popolo palestinese, con armi fornite dagli Stati Uniti”.

Preoccupato per le conseguenze che lo sterminio dei palestinesi potrebbe avere sull’esito negativo nelle elezioni presidenziali, Blinken ha inviato una lettera al ministro della Difesa israeliano, fatta volutamente trapelare, invitandolo a somministrare gli aiuti umanitari ai palestinesi, altrimenti gli Usa avrebbero cessato di fornire armi al Paese in guerra (minaccia puramente verbale). In seguito a ciò, il governo israeliano, che ha sempre accusato l’Unrwa di essere filoterrorista, attaccandola e uccidendo alcuni suoi membri, ha deciso di incaricare una fidata società privata di sicurezza. In particolare, si tratta della “Global Delivery Company” di proprietà dell’israelo-statunitense Mordechai “Moti” Kahana, il quale, definito “filantropo”, distribuirà gli aiuti dell’Onu, ovviamente guadagnando sulla disperazione e la morte dei palestinesi. La sua compagnia è nota per altri interventi umanitari: il trasferimento di combattenti feriti dell’Isis, dalla Siria in cui lottavano contro Bashar al-Assad, agli ospedali israeliani per essere curati. Infatti, essi erano e sono al soldo degli Usa e di Israele. Il “filantropo” ha dichiarato che metterà in piedi a Gaza una sorta di ghetti sorvegliati da uomini armati, in cui saranno rinchiusi i palestinesi restanti e dove sarà loro fornito cibo e altre risorse necessarie. Sarà ripagato anche con lo sfruttamento dei depositi degli idrocarburi, presenti nelle adiacenze della striscia di Gaza, mentre alcune sue Ong in Siria, dove sono stanziati i “ribelli democratici” stanno attingendo, insieme agli Usa, alle piattaforme petrolifere di quel Paese. 

Come si vede, l’imperialismo continua a seminare morte e distruzione, ma produce anche lauti profitti.

Riferimenti:

https://www.freemalaysiatoday.com/category/world/2024/10/15/israeli-forces-kill-at-least-50-as-tanks-deepen-raid-in-northern-gaza/

Immagine: Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages, CC BY-SA 3.

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