Incrollabilmente dalla parte di Cuba socialista

di Gianmarco Pisa

Un esempio su tutti, per soddisfare le esigenze di giocattoli negli asili nido di Cuba, sono necessari 3.390 moduli di cui beneficerebbero più di 67.135 bambini. L’acquisto di queste forniture è stimato in una cifra approssimativa di 4.5 milioni di dollari, pari al costo di appena otto ore di blocco.

Il 29 e il 30 ottobre sono le due giornate che impegnano l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dibattito e nella votazione sul progetto di risoluzione 79/L.6, intitolato “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”. Nella sua revisione periodica, il dossier curato dal ministero degli Esteri di Cuba fornisce una misura precisa delle caratteristiche del bloqueo (blocco) imposto dagli Stati Uniti e dai loro alleati ai danni di Cuba, come misura arbitraria e unilaterale che rappresenta, al contempo, una flagrante violazione della legalità, del diritto e della giustizia internazionale e una clamorosa violazione di tutti i diritti del popolo cubano. In sintesi, il genocidio più duraturo della storia, come ribadito dalle autorità e dal popolo di Cuba e come confermato dai dati. Solo nel periodo compreso tra il 1 marzo 2023 e il 29 febbraio 2024, il blocco ha causato danni materiali a Cuba stimati in oltre 5 miliardi di dollari, pari a un aumento di quasi 190 milioni rispetto al periodo del rapporto precedente. A prezzi attuali, l’impatto economico, in termini di danni e limitazioni accumulati in più di sessant’anni di applicazione del bloqueo, ammonta a oltre 164 miliardi di dollari; tuttavia, tenendo conto dell’andamento del dollaro rispetto al valore dell’oro sul mercato internazionale, e quindi in termini monetari effettivi, il blocco ha causato danni per oltre 1500 miliardi di dollari. Una cifra straordinaria, in termini assoluti (praticamente, l’intero PIL della Spagna 2023) e in termini relativi (Cuba è una piccola isola con meno di 12 milioni di abitanti e non ricca di risorse fondamentali). Se non vi fosse il blocco, il Pil di Cuba avrebbe registrato una crescita pari all’8% nel 2023.

Come illustra il dossier, “questi dati dimostrano che le attuali sfide della realtà cubana avrebbero una soluzione migliore e più semplice se Cuba potesse disporre delle considerevoli risorse di cui il blocco la priva”. L’impatto sui diritti e sulla vita delle persone, a Cuba, è pesantissimo: “la cancellazione dei contratti, il rifiuto delle compagnie di trasportare merci a Cuba, l’impossibilità di utilizzare tecnologie con più del 10% di componenti statunitensi e l’aumento dei costi hanno influito pesantemente sull’acquisizione di forniture per la sostenibilità del sistema sanitario”. Un esempio su tutti, la tabella di base dei medicinali a Cuba conta 651 medicinali, di questi manca più della metà, il 51%; anche a fronte della ripresa dell’attività sanitaria nel corso del 2022 e del 2023, il numero di interventi chirurgici non supera il 65% degli interventi effettuati negli anni precedenti. Parimenti, il sistema educativo cubano ha subito gli effetti devastanti del bloqueo e, sempre nel periodo 2023-2024, il blocco ha continuato a ostacolare le operazioni commerciali e a limitare l’accesso al credito per l’acquisto di materie prime, materiali didattici ed educativi. Anche qui, un esempio su tutti, per soddisfare le esigenze di giocattoli negli asili nido di Cuba, sono necessari 3.390 moduli di cui beneficerebbero più di 67.135 bambini. L’acquisto di queste forniture è stimato in una cifra approssimativa di 4.5 milioni di dollari, pari al costo di appena otto ore di blocco.

È per questo che, Stati Uniti e Israele a parte (l’anno scorso il regime di Kiev si è astenuto), il mondo intero è per la fine immediata del blocco criminale ai danni di Cuba. Gli interventi delle organizzazioni multilaterali nella discussione in Assemblea generale di quest’anno (29 e 30 ottobre 2024) sono eloquenti. L’Asean (Associazione degli Stati del Sud-Est Asiatico), a nome della quale si è espresso il rappresentante di Singapore, ha confermato il sostegno dell’organizzazione alla risoluzione per porre fine al blocco contro Cuba, sottolineando che in 31 occasioni l’Assemblea Generale ha approvato una risoluzione analoga con una maggioranza schiacciante, a dimostrazione del sostegno della comunità internazionale ai principi della Carta delle Nazioni Unite e a Cuba.

L’Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oic), a nome della quale è intervenuto il rappresentante del Camerun, ha rimarcato che “è inconcepibile che, nonostante il chiaro messaggio che l’Assemblea Generale ha trasmesso in precedenti occasioni, e le argomentazioni a favore dell’eliminazione del blocco, questo non sia cessato, anzi si sia rafforzato”. La Celac (Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi), rappresentata dall’Honduras, ha ribadito che “i membri della Celac rifiutano qualsiasi misura che vada contro i principi della Carta delle Nazioni Unite ed esprimono il loro disaccordo con l’inclusione di Cuba nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo”. Il Gruppo di amici in difesa della Carta delle Nazioni Unite, attraverso il rappresentante dell’Eritrea, ha dichiarato che il blocco contro Cuba è una delle più gravi, prolungate e sistematiche violazioni del diritto internazionale; analogamente, il Movimento dei Non Allineati, con l’Uganda, condannando il bloqueo, ha altresì espresso “la nostra preoccupazione per l’extraterritorialità delle misure, in particolare per l’applicazione del Titolo III della Legge Helms-Burton”. Ancora il G77+Cina, condannando il blocco e l’iscrizione di Cuba nella presunta lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, ha ricordato che “grazie a Cuba, molti Paesi del nostro gruppo hanno potuto sviluppare il loro potenziale scientifico e tecnologico”.

Disposizioni come la legge Helms-Burton (1996); l’inclusione di Cuba a più riprese nella assurda lista delle nazioni “sponsor” del terrorismo; e le oltre 240 nuove misure adottate durante il mandato di Donald Trump (2017-2021) confermano l’ostilità dell’assedio, del blocco, una vera e propria «politica di guerra in tempo di pace». Contro questo genere di politiche si è espressa la recente Dichiarazione di Kazan dei Brics (23 ottobre 2024), con la condanna delle misure coercitive unilaterali: «Siamo profondamente preoccupati per l’effetto dirompente di misure coercitive unilaterali illegittime, tra cui le sanzioni illegali, sull’economia mondiale, sul commercio internazionale e sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Tali misure compromettono la Carta delle Nazioni Unite, il sistema commerciale multilaterale, gli accordi sullo sviluppo sostenibile e sull’ambiente».

Ancora una volta il mondo è con Cuba e contro il bloqueo: in Assemblea generale, il 30 ottobre, 187 Paesi hanno votato per la fine del blocco Usa contro Cuba, come al solito contrari Usa e Israele, astenuta la Moldavia dell’attuale presidente Maia Sandu, filoccidentale, con studi presso la J. F. Kennedy School of Government dell’Università di Harvard, e già consigliere del direttore esecutivo presso la Banca mondiale a Washington.

Riferimenti:

Il mondo condanna il blocco contro Cuba, Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, 29.10.2024:

Cuba in dati: qual è il costo del blocco per la salute e l’istruzione pubblica?, Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, 27.10.2024:

Relazione ai sensi della risoluzione 78/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, intitolata “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”:

Cuba respaldada en ONU por 187 votos contra el bloqueo, Prensa Latina, 30.10.2024:

Necessity of ending the economic, commercial and financial embargo imposed by the United States of America against Cuba (A/79/L.6):

http://www.undocs.org/A/79/L.6

Immagine: Per la fine immediata del bloqueo contro Cuba, Festa do Avante 2024, foto di G. Pisa.

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