Cade il governo Barnier, avanti per una soluzione innovativa e di giustizia sociale, in Francia e non solo

Il comunicato della segreteria nazionale del Mprc sulla crisi di governo d’Oltralpe.

La caduta del “governo del Presidente”, impersonato da Michel Barnier, in Francia, non è solo una tappa della grave crisi di legittimità e di consenso che il macronismo, la destra tecnocratica, liberista ed anti-popolare, espressa al suo massimo livello dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron, attraversa ormai da anni; è anche un’opportunità politica per dirigere con rinnovato slancio l’iniziativa delle forze democratiche, progressiste e comuniste, in Francia e, in prospettiva, in Europa, lungo due direttrici: contro l’estrema destra populista e post-fascista, sedicente “amica del popolo”, in realtà sempre schierata a difesa degli interessi dei padroni e del capitale nazionale, e per un avanzamento nel senso della trasformazione sociale.

Sarebbe un errore leggere la caduta del “governo del Presidente” come frutto di una mera operazione parlamentare; il voto di sfiducia, che ha visto come principale protagonista l’alleanza della sinistra rappresentata dal Nuovo Fronte Popolare, con al suo interno il Partito Comunista Francese, è infatti l’esito di un processo politico di più ampia portata e di un’iniziativa sociale di più ampio respiro. È il risultato della crisi e del fallimento della soluzione tecnocratica e liberista alla base del “golpe bianco” post-elettorale messo in opera da Emmanuel Macron; è il frutto della totale opposizione alla legge di bilancio presentata dal governo, una manovra lacrime e sangue per rispettare i vincoli dell’equilibrio di bilancio e le norme-capestro imposte dall’Unione Europea, un bilancio contro i lavoratori e le lavoratrici, contro le masse popolari, a tutto vantaggio dei ceti abbienti e dei redditi da capitale; ed è l’esito della diffusa protesta sociale contro questo governo e il suo presidente e dell’onda lunga della mobilitazione che per mesi ha attraversato le strade e le piazze di Parigi e di tutta la Francia, contro la controriforma delle pensioni e per un miglioramento delle protezioni sociali e delle condizioni di vita delle masse popolari e, in primo luogo, dei lavoratori e delle lavoratrici.

È la totale débâcle della linea di Macron, il totale fallimento delle politiche della destra economica, pronta ad abbracciare la destra politica, come dimostra anche l’esito dei negoziati per la composizione della nuova Commissione europea a Bruxelles, il totale fallimento delle tecnocrazie e del neoliberismo.  A questo stato di cose, occorre rispondere, e il Nuovo Fronte Popolare e, in particolare, i compagni e le compagne del Partito Comunista Francese, stanno già rispondendo, con una proposta per sconfiggere la politica delle destre, per scongiurare ogni ipotesi di soluzione tecnocratica quando non, addirittura, eversiva o autoritaria, e per un nuovo governo fermamente basato sulle proposte programmatiche del Nuovo Fronte Popolare, capace, al tempo stesso, di scongiurare la crisi economica, di rispondere ai bisogni popolari e di far fronte alle sfide sociali, ecologiche, economiche, politiche, geopolitiche e internazionali che ci sono di fronte.

Per questo, saranno di particolare importanza i prossimi appuntamenti di conflitto sociale e di lotta di classe che coinvolgeranno tutta la Francia: il 5 dicembre il pubblico impiego; il 9 e 10 dicembre i lavoratori portuali; l’11 dicembre i ferrovieri; il 12 dicembre il lavoro dipendente a difesa dell’occupazione e del salario.

Come Movimento per la Rinascita Comunista ci uniamo dunque alla mobilitazione, politica e sociale, del Nuovo Fronte Popolare e, al suo interno, del Partito Comunista Francese, ben consapevoli che, in Francia come in Italia, lotta sociale e lotta democratica non possono essere disgiunte e solo una soluzione che veda al centro il potere dei lavoratori e delle lavoratrici potrà effettivamente garantire la democrazia, e il suo avanzamento, in una prospettiva autentica di trasformazione, che veda protagonisti i lavoratori e le lavoratrici.

Ci uniamo alle rivendicazioni del Partito Comunista Francese per un programma minimo di emergenza capace di corrispondere alle istanze e ai bisogni delle masse popolari: l’abrogazione della riforma delle pensioni; l’aumento di salari, stipendi e pensioni; un vasto piano di assunzioni nei servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti, sicurezza, giustizia); un piano d’emergenza per il lavoro e lo sviluppo dell’industria e dell’agricoltura; la riduzione netta del 30% del costo dell’energia; il congelamento degli affitti; la lotta contro il carovita; il rilancio delle politiche di difesa dell’ecosistema; il disegno strategico di una politica di pace, che tale potrà essere solo a partire dalla lotta contro l’imperialismo Usa e Nato, contro la presenza delle basi Usa e Nato in Europa e per il definitivo scioglimento di questa alleanza di guerra, per la fine del sostegno militare al regime di Kiev e la fine delle sanzioni contro la Russia, per una politica nel senso del nuovo, emergente, mondo multipolare. 

Immagine: Jeanne Menjoulet from Paris, France, CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons

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