Per la costruzione del partito comunista: a Reggio Calabria, seconda manifestazione nazionale di Prospettiva Unitaria

A cura della redazione

La grande partecipazione registrata all’iniziativa del 7 dicembre e una discussione di notevole spessore su temi di primaria importanza per i territori, il Mezzogiorno e il Paese confermano la necessità di una forte presenza comunista organizzata.

L’incipit dell’intervento svolto dal compagno Igor Camilli, Segretario nazionale di Patria Socialista, alla seconda manifestazione di Prospettiva Unitaria, a Reggio Calabria lo scorso sabato 7 dicembre, rende pienamente il senso della manifestazione stessa: “Una bellissima iniziativa che porta con sé la sensazione di essere tornati ai tempi in cui i comunisti incidevano sulla nazione”. In effetti, il convegno organizzato lo scorso 7 dicembre a Reggio Calabria, presso lo “Spazio Open”, dal Movimento per la Rinascita Comunista a nome di tutta Prospettiva Unitaria e dal titolo “Sanità, Autonomia differenziata, Ponte, Mezzogiorno – La lotta dei comunisti riparte da qui”, ha avuto davvero i segni della straordinarietà. Intanto per la partecipazione: già attorno alle 17.15 la sala era strapiena di compagni e compagne, lavoratori e cittadini. Molti erano in piedi ed è stato necessario portare altre seggiole dal magazzino, e ciononostante diversi sono stati i compagni, i cittadini, rimasti ad ascoltare il dibattito fuori dello “Spazio Open”, praticamente sul marciapiede. Ma non solo la partecipazione: è stata anche la qualità e la densità politica dell’intero dibattito (relatori e “pubblico”) a rendere il convegno straordinario. L’iniziativa di Reggio Calabria è la seconda delle quattro manifestazioni che Prospettiva Unitaria ha messo in campo al fine di giungere all’Assemblea nazionale che si terrà il prossimo 25 gennaio 2025 a Roma presso il Teatro Flavio. La prima manifestazione, che ha preceduto questa di Reggio Calabria, si è tenuta (organizzata da Resistenza Popolare e con la presenza di tutti i dirigenti di Prospettiva Unitaria) a Firenze lo scorso 1° dicembre, la terza manifestazione si terrà (organizzata da Patria Socialista e con tutta Pu) a Milano il prossimo 11 gennaio 2025 e la quarta (organizzata da Costituente Comunista e, naturalmente con tutti i dirigenti di Pu) si terrà a Campobasso il prossimo 17 gennaio 2025.

La questione che ha segnato di sé l’intera e appassionata discussione è stata quella (in questa fase così drammaticamente segnata dal verosimile pericolo di una terza guerra mondiale -di una guerra imperialista- dalle politiche iperliberiste e antioperaie dell’Ue, dalla crescita del neofascismo in tutta Europa, compresa l’Italia, col governo Meloni) è stata quella della mancanza sul campo e dunque della necessità oggettiva di un partito comunista all’altezza dei tempi e dello scontro di classe.

Il convegno di Reggio Calabria è stato aperto da un saluto politico del compagno Michelangelo Tripodi, presidente del Movimento per la Rinascita Comunista. Come per ogni altro relatore pubblichiamo la sintesi dell’intervento fornitaci dal relatore stesso. E così si è espresso il compagno Tripodi: “Con l’iniziativa di Reggio Calabria riaffermiamo la necessità di rimettere in campo i comunisti, facendo leva sul bisogno di unità e sul superamento delle divisioni e frammentazioni che dal 1991 in poi hanno caratterizzato negativamente la storia dei comunisti italiani. La creazione di Prospettiva Unitaria che raggruppa il Movimento per la Rinascita Comunista, Resistenza Popolare, Patria Socialista e Costituente Comunista, rappresenta il primo passo di questo progetto politico e le iniziative, come quella di Reggio Calabria, che sono state programmate sul tutto il territorio nazionale, ne costituiscono la prima proiezione pubblica esterna per aprire un confronto con i comunisti in tutto il Paese. L’obiettivo è chiaro: ricostruire un Partito Comunista degno di questo nome, espressione del mondo del lavoro, voce autentica e credibile dei deboli, dei diseredati e degli emarginati. Questo rappresenta un bisogno assolutamente ineludibile, che nasce prepotentemente dalla spinta della realtà politica, economica e sociale che abbiamo davanti. La cronaca di questi giorni ci restituisce la fotografia di un Paese sempre più alla deriva nel quale aumentano le diseguaglianze, le ingiustizie sociali e le povertà; basta citare solo tre fatti: la crisi drammatica nel mondo del lavoro industriale dalla vicenda “Stellantis” a quella “Beko” con il licenziamento di migliaia di lavoratori, la mancanza del diritto alla salute per milioni e milioni di cittadini che non hanno i soldi neanche per curarsi e infine l’indagine del Censis che ha accertato che i redditi degli italiani negli ultimi 20 anni sono diminuiti del 7%, caso unico in Europa. Di fronte a questa situazione sociale sempre più drammatica abbiamo un quadro politico paralizzato ed autoreferenziale nel quale centrodestra e centrosinistra rappresentano due facce della stessa medaglia e sono i due pilastri che reggono il blocco di potere capitalistico-guerrafondaia in Italia e in Europa. Non a caso, insieme, Fratelli d’Italia e Pd e i loro alleati hanno votato la Commissione Europea della Von Der Leyen e addirittura il Pd della Schlein ha votato per Fitto esponente di Fdi. Tutto questo ha prodotto un distacco sempre più marcato tra i cittadini, la politica e le istituzioni: ricordo che ormai oltre il 50% del corpo elettorale non partecipa più alle elezioni, a dimostrazione della sfiducia e del malcontento crescenti. Noi abbiamo il dovere di rivolgerci a questa maggioranza del popolo italiano, riproponendo la questione comunista e rilanciando i temi e le battaglia che sono parte costitutiva del nostro essere comunisti. Per questo dobbiamo impegnarci a fondo affinché il 25 gennaio a Roma, all’Assemblea nazionale di Prospettiva Unitaria, si apra finalmente il cantiere della costruzione del Partito Comunista perché questo serve ai lavoratori, al popolo, all’Italia.Per me il 2025 deve essere l’anno di un Partito Comunista rinnovato, ma saldo nei principi e nei valori”.

La relazione introduttiva al convegno è stata poi svolta dal compagno Lorenzo Fascì, della segreteria nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista: Ponte sullo stretto: ennesimo smacco alla Questione Meridionale.Nell’ultimo anno il Ministro dei Trasporti Salvini ha dato il via agli espropri: 1.500 famiglie hanno ricevuto il decreto di esproprio. Eppure non c’è ancora il progetto esecutivo: c’è ancora oggi solo uno studio di fattibilità. E ciò costituisce una ‘aberratio’ giuridica. Non si può fare; eppure il Ministro degli Interni va avanti. Ma qua è il danno? Il danno è che nel 2024 il governo ha deciso di utilizzare la quota del Fondo di Coesione destinato alla Calabria ed alla Sicilia per finanziare gli espropri; cioè il Ponte sullo Stretto. Circa 3,5 miliardi sottratti a 2 regioni meridionali e povere.

Salute:con la conseguenza che a marzo 2024 in Calabria erano già finiti i badget a disposizione delle Aziende Sanitarie per finanziare la medicina ospedaliera e gratuita. Inoltre l’Atto aziendale (il Dep sanitario territoriale) ha previsto la cancellazione di 54 guardie mediche. Questa è la Questione Meridionale del 21° secolo. Ma le dinamiche poste in essere dal governo vanno contestualizzate nella situazione attuale.Di recente, in un’ intervista il professor Alberto Mantovano – il più illustre immunologo europeo – ha detto: “io non sono preoccupato per lo sviluppo della ricerca, in questo senso la lotta ai tumori è in fase molto avanzata in Italia. Mi preoccupano tre cose: premesso che nella cura dei tumori conta moltissimo scoprire in maniera precoce la nascita del tumore, ci sono tre difficoltà enormi:

la prima: se per fare una Tac al Sud ci vogliono almeno 8/9 mesi significa che quando quel paziente finalmente scoprirà di avere un tumore, siamo già fuori gioco, il tumore è già avanzato e purtroppo questo avviene soprattutto al Sud. C’è una differenza abissale tra i cittadini del Nord ed in cittadini del Sud. E poi, non è possibile mantenere 20 sistemi sanitari diversi: significa che un paziente con un tumore sarà curato in 20 modi diversi l’uno dall’altro.Infine, se è vero che 6 milioni di persone non hanno i soldi per curarsi, significa che quei 6 milioni di persone scopriranno di avere un tumore quando sarà troppo tardi perché non hanno i soldi per fare prevenzione”.In effetti la Fondazione Gimbe, ha stabilito che nel 2024 si registrano i seguenti dati:

-1,3 milioni di famiglie hanno indisponibilità economica temporanea a curarsi;

-4,2 milioni di persone rinunciano a curarsi per non avere soldi sufficienti.

Per cui diventa cogente e non più differibile poter portare all’attenzione del Parlamento la nostra Proposta di Legge di Iniziativa Popolare che propone il ritorno alla Sanità pubblica, di qualità e gratuita, come previsto dalla nostra Costituzione ed alla legge che oltre 40 anni orsono, ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale.

Trasporti: a cosa servirebbe il Ponte?

Per migliorare i trasporti al Sud. E invece, di recente si è appreso che il governo – lo stesso del Ponte – ha deciso di utilizzare i fondi Pnrr destinati a portare l’alta velocità al Sud (circa 15 miliardi) per coprire i buchi di bilancio. Così, visto che il governo non aveva le coperture necessarie per portare a pareggio la Legge Finanziaria 2025, ha risolto il problema. Insomma si è persa una grandissima, forse unica, per far uscire il Sud dall’atavica Questione Meridionale!

Autonomia differenziata:

Se il governo riuscirà a superare il blocco creato dalla Corte Costituzionale, si avranno 21 modelli sanitari, 21 modelli di scuola diversi.

Si tenga conto che in base alla Legge Calderoli, le regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche (e tra queste:i rapporti internazionalie con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l’alimentazione, l’ordinamento sportivo, la protezione civile, il governo del territorio, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione).

Con l’aggravante che, fermi restando i vincoli del pareggio di bilancio e della spesa storica, significa che chi aveva più strutture ne avrà ancora di più e chi non ne aveva non potrà più risalire la china e migliorare la condizione sociale.

E poi avremo uno studente Italiano che studia in Calabria che seguirà un percorso diverso da quello di uno studente lombardo. Ma il problema vero, la preoccupazione maggiore non è questa (che già è grave in sé). Cosa comporterà la realizzazione dell’Autonomia differenziata?

Comporterà uno svuotamento dei poteri del Parlamento! Già, perché l’azione di questo governo non andrà ad incidere solo sul sistema sanitario, sui trasporti. Ma la novità è che, purtroppo, questa volta stanno lavorando per costruire un sistema istituzionale diverso attraverso un attacco concentrico alle fondamenta della democrazia parlamentare nella quale siamo nati e cresciuti. E lo stanno facendo in maniera anche subdola: tante riforme settoriali che non sono fini a sé stesse ma da più lati vogliono modificare l’assetto dello Stato.

Di recente abbiamo assistito ad uno scontro tra governo e magistratura. Ad un primo esame sembra un ennesimo momento di scontro tra due poteri. Non è così. Basta andare a vedere cosa comporta la riforma del sistema giudiziario proposta dal ministro della Giustizia Nordio. La riforma prevederà anche la separazione dell’irgano giudicante da quello requirente. Le Procure, insomma, non saranno più comprese nel ministero di Grazia e Giustizia ma sotto l’egida del governo; si perderà l’indipendenza della magistratura!

La riforma prevede ancora lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura giudicante e requirente mediante la previsione di due diversi Csm, con un subdolo affidamento della direzione dei due organi alla componente di nomina politica, e mediante l’attribuzione della competenza disciplinare ad un’Alta Corte, che si configura come un tribunale speciale previsto solo per la magistratura ordinaria. Cioè, per capirci: dividere il Csm significa indebolire l’organo giudiziario. Ma contemporaneamente indebolisce il Presidente della Repubblica che secondo la Costituzione è il Presidente del Csm Perché alla fine l’intento è quello di cancellare l’Italia come una repubblica parlamentare. Cancellare il ruolo centrale della rappresentanza esercitata attraverso i parlamentari, cosicché poteri e ruolo del Presidente della Repubblica verrebbero tagliati drasticamente. La Costituzione del 1948 verrebbe stravolta

Quella forma di Stato che hanno in testa è sicuramente meno democratica, in quanto tende a concentrare nel capo del governo i poteri che i padri della Repubblica avevano voluto suddividere in più istituzioni, creando un equilibrio di poteri che solo un genio dell’architettura avrebbe potuto modellare meglio.

Insomma il modello che ha in testa questo governo è molto simile a quello fascista. E allora, più che mai serve oggi la rinascita del Partito comunista, perché solo una forza organizzata comunista può essere in grado di creare un argine a questa deriva purtroppo oggi in fase avanzata, e ciò è quello che vogliamo ed è per questo che siamo qui”.

Grandi applausi alla relazione del compagno Fascì e la parola al compagno Gennaro Nenna, di Resistenza Popolare: “L’iniziativa di Prospettiva Unitaria fatta a Reggio Calabria, indica la volontà di una mobilitazione di base da parte di compagni e compagne che credono nella necessità della ricostruzione del Partito Comunista in Italia nel solco dell’esperienza storica di Livorno e dell’attività politica e umana di Antonio Gramsci. I comunisti ripartono dalle lotte sociali come la Sanità, la contrarietà a un’opera inutile come il Ponte sullo Stretto, contro il premierato, e soprattutto contro l’Autonomia differenziata, una misura politica secessionista e antidemocratica portata avanti dalla destra e sostenuta, velatamente, dalla sinistra borghese, e da quest’ultima è necessario prendere le distanze in senso storico e politico. Avanti dunque nella ricostruzione comunista e nella prospettiva unitaria!”.

Costituente Comunista ha inviato alla manifestazione di Reggio Calabria il compagno Francesco (Ciccio) Talia, che in questo modo interviene: “Le recenti elezioni regionali, prima quelle liguri, poi quelle dell’Emilia Romagna e dell’Umbria, hanno confermato il distacco sempre più crescente che separa la società civile e i proletari dalla politica che si è manifestata con l’astensione dal voto andata ben oltre il 50%. Ciò si spiega con la mancanza di una forza marxista leninista forte e organizzata che possa fare da punto di riferimento credibile per i lavoratori. Prospettiva unitaria deve avere l’ambizione di colmare questo vuoto. Deve diventare la casa di tutti i comunisti e non essere circoscritta alle sole organizzazioni che compongono il tavolo unitario, ma deve aprirsi a tutti i marxisti leninisti che vogliono dare il loro contributo, sapendo, però, che la sola unità non basta per essere riferimento per i lavoratori. Bisogna tornare a essere percepiti come credibili e utili, costruendo quella forza capace di incidere nelle piazze e nelle istituzioni. Dobbiamo poi, cosa fondamentale, ritornare a occuparci di ciò parte del Dna dei comunisti: tornare alla lotta di classe. Dobbiamo mettere i bisogni dei proletari al centro della nostra azione politica, batterci con forza per un Salario minimo che vada verso una più equa ridistribuzione della ricchezza prodotta, batterci per la riduzione dell’orario di lavoro, per avere più tempo da dedicare a sé stessi. Dobbiamo batterci per una nuova scala mobile che salvaguardi i salari e le pensioni dall’inflazione, per una scuola pubblica e gratuita, da quella per l’infanzia all’Università. Stesso ragionamento vale per la sanità, i trasporti e tutti servizi fondamentali. Il nostro impegno per l’ambiente e i diritti civili non deve essere ideologico e egemonizzante rispetto ai diritti sociali come successo nell’ultimo quarto di secolo, ma deve essere equilibrato e realistico, evitando di scambiare vizi borghesi per diritti, come sempre più spesso accade”.

È la volta del compagno Igor Camilli, che come tutti gli altri relatori ci invia la sintesi del suo intervento: “Una bellissima iniziativa che porta con sé la sensazione di essere tornati ai tempi in cui i comunisti incidevano sulla nazione. Il Mprc ha organizzato un evento con una partecipazione fortissima nonché un’attenzione ed un contributo del popolo calabrese significativo per le fatiche ed i progetti che ci siamo prefissati 

Abbiamo ribadito il totale abbandono dello Stato verso il Mezzogiorno, un abbandono che prende corpo proprio dalle proposte di privatizzazione, dell’Autonomia differenziata, dalle proposte di un Ponte che non tiene conto dell’isolamento ferroviario in cui è caduta questa importante parte del nostro Paese.

Oggi l’obiettivo politico di un progetto comunista dovrà essere quello, non soltanto di divenire la forza di riferimento del popolo italiano e delle sue classi lavoratrici, ma anche quello di proporre leggi che impongano ai partiti di portare i lavoratori come rappresentanti parlamentari di una democrazia che deve tornare a significare il potere del popolo.

Ecco, a Reggio Calabria, si è mostrata forte la volontà di tornare uniti, organizzati, vittoriosi e trionfanti per le ragioni di un popolo che deve tornare sovrano del proprio avvenire all’ombra delle nuove bandiere per la futura via italiana al socialismo”.

Fosco Giannini, coordinatore nazionale del Mprc, svolge la quarta ed ultima relazione prima degli interventi dal “pubblico”. Chiede innanzitutto “un grande e caloroso applauso di solidarietà per i compagni e le compagne del Partito comunista siriano e per il loro segretario generale e amico Hammar Bagdache, in queste ore così difficili e controrivoluzionarie in Siria”. E la risposta dei compagni in sala è un boato! Proseguendo: “Il compagno Girolamo Tripodi, bracciante agricolo calabrese, è stato un grande dirigente del Pci storico e delle lotte di massa delle contadine, delle raccoglitrici di olive, delle gelsominaie calabresi del secondo dopoguerra. Iscritto al Pci dal 1950, quando il Pci cambiò nome e “ragione sociale”, nel 1991, non esitò a lottare per la ricostruzione del partito comunista e da Senatore della Repubblica fu uno dei più prestigiosi fondatori del Partito della Rifondazione Comunista. Incarnando così in sé quel monito di Antonio Gramsci che affermava: ‘Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna mettersi all’opera, ricominciando daccapo’. Ecco: noi dobbiamo assumere la lezione del compagno “Mommo” Tripodi, che quando tutto sembrava perduto, dopo “la Bolognina”, iniziò daccapo e costruì di nuovo il partito comunista! Noi poniamo il problema della costruzione del partito comunista non in astratto, ma in relazione al drammatico contesto dato. La verosimiglianza di una terza guerra mondiale; le politiche iperliberiste dell’Ue che hanno prodotto, come risposta sociale reazionaria di massa, il ritorno del fascismo in tutta Europa; il connubio, in Italia, tra il governo Meloni reazionario e il grande capitale; la possente de-industrializzazione italiana e svendita dell’industria italiana al grande capitale estero, come dimostra il caso Stellantis, e un’ inquietante impulso del grande potentato economico italiano all’estrema concentrazione capitalistica, come ha dimostrato il tentativo di Unicredit di conquistare la Banca Popolare di Milano, mettendo così in campo un immenso, potente potere reazionario e antipopolare. Vi sono in Italia 130 basi Nato e Usa, l’Italia è occupata da questo esercito straniero che svuota di poteri il parlamento, l’esercito, i servizi segreti e ordina al governo Meloni di avviare un riarmo folle (35 miliardi nel 2024, l’8% in più rispetto al 2023) a scapito della sanità pubblica e dell’intero welfare; i salari sono i più bassi d’Europa, il Meridione, per la mancanza totale di sviluppo, è in mano alla mafia, i poveri sono ormai diventati un intero popolo (circa 6 milioni, quasi il 10% dell’intera popolazione italiana) e nelle piazze, nelle strade, davanti alle fabbriche non si vede una bandiera rossa con la falce e il martello! Per questo lottiamo, per la costruzione, nel nostro Paese, di un Partito Comunista antimperialista, di lotta e di popolo! L’unità delle forze comuniste in Prospettiva Unitaria inverte la drammatica tendenza alla polverizzazione del movimento comunista italiano e ripropone con forza il progetto del partito comunista!”.

Il dibattito che si apre dopo le relazioni è appassionato, denso, davvero partecipe. E l’intervento del compagno Nicola Limoncino, che pone la questione del ritorno alla lotta, a cominciare dalla difesa e il rilancio della Sanità pubblica, “che in Calabria è distrutta e va avanti solo per i tantissimi medici cubani che sono venuti a lavorare nei nostri ospedali”, e pone la questione del partito comunista, è un intervento che parla a nome dell’intera, numerosissima, assemblea popolare di Prospettiva Unitaria di sabato 7 dicembre 2024 a Reggio Calabria.

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