L’accordo di partenariato strategico tra Russia e Iran

di Gianmarco Pisa 

Tale quadro strategico si spiega sotto ambedue le logiche, l’esigenza di costruire relazioni di mutuo beneficio anche in risposta alle pressioni occidentali e all’imposizione di misure coercitive e sanzioni economiche, che gravano su entrambi i Paesi, e la visione verso la costruzione di rapporti bilaterali e multilaterali di ampia portata, verso la realizzazione di un rinnovato multilateralismo e nella direzione dell’emergente mondo multipolare, contro l’unipolarismo e l’egemonismo occidentali. 

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian e il presidente russo Vladimir Putin, nel vertice tenuto a Mosca il 17 gennaio, hanno firmato un trattato di partenariato strategico complessivo tra Russia e Iran, la cui formulazione definitiva ha richiesto diversi anni di negoziati e le cui previsioni si propongono di regolare le relazioni tra i due Paesi per i prossimi venti anni, praticamente in tutti i settori di comune interesse. Il patto strategico, da quanto si apprende, è composto da un preambolo e 47 articoli in modo da coprire la più ampia gamma di aree e questioni, dalla cooperazione scientifica e tecnologica alla sicurezza informatica, dalla cooperazione pacifica per l’energia nucleare alla lotta contro il terrorismo internazionale, dai trasporti alla cooperazione regionale, dai meccanismi commerciali e finanziari alle questioni ambientali, dalla lotta alla criminalità organizzata alle questioni di natura territoriale, ivi comprese le questioni attinenti al Mar Caspio. 

Sotto questo versante, non è di poco conto il fatto che una serie di disposizioni dell’accordo riguardino la difesa e la cooperazione militare, la formazione e le iniziative congiunte, e una clausola che proibisce a entrambe le parti di sostenere o assistere l’uno contro l’altro i rispettivi aggressori o di consentire che i rispettivi territori vengano utilizzati come basi per azioni ostili. Tale quadro strategico si spiega dunque sotto ambedue le logiche, l’esigenza di costruire relazioni di mutuo beneficio anche in risposta alle pressioni occidentali, all’aggressione economica e all’imposizione di misure coercitive e sanzioni economiche, che gravano su entrambi i Paesi, sia sulla Russia sia sull’Iran, e la visione verso la costruzione di rapporti bilaterali e multilaterali di ampia portata, verso la realizzazione di un rinnovato multilateralismo inclusivo e nella direzione dell’emergente mondo multipolare, contro l’unipolarismo e l’egemonismo occidentali. 

L’accordo di partenariato strategico globale segna, dunque, uno step di sviluppo significativo nelle relazioni tra Russia e Iran, soprattutto, volendo sintetizzare al massimo i contenuti del patto, nei settori strategici dell’energia, del commercio e della difesa. Nel momento in cui la relazione bilaterale si sviluppa al di là del mero rapporto economico, commerciale ed energetico, queste essendo le tradizionali aree di intesa e di relazione tra i due Paesi, al di là dei comuni interessi di buon vicinato, dal momento che i due Paesi condividono il bacino marittimo del Caspio e la comune area di proiezione del Caucaso, con la fascia sulla quale insistono Paesi di notevole importanza regionale, quali la Georgia (dov’è in corso un disegno di destabilizzazione con il tentativo di una nuova “rivoluzione colorata”), l’Armenia e l’Azerbaijan (dove le conseguenze della recente guerra legata alla posizione del Nagorno-Karabakh, 2021-2023, hanno portato a implicazioni anche sul piano geopolitico e degli equilibri regionali), essa viene a rappresentare una partnership strategica compiutamente definita, che riflette gli interessi condivisi nella stabilità regionale e nel contrasto ai disegni dell’imperialismo.

Peraltro, il crescente allineamento tra Russia e Iran, legato a fattori endogeni ed esogeni, rispettivamente il volume della interdipendenza energetica e tecnologica e l’impatto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati occidentali, può costituire un’occasione significativa, non di meno densa di rischi e opportunità, per superare inedite sfide e aprire nuove strade di crescita e di sviluppo. “Mosca e Teheran non vogliono che nessuno dall’esterno determini i loro ruoli. Siamo in grado di perseguire politiche indipendenti e siamo pronti a sviluppare insieme la sicurezza e l’economia nella regione, per portare nella regione pace e stabilità. Non abbiamo bisogno dell’Occidente”, ha affermato Pezeshkian in un’intervista televisiva. Se i due Paesi avessero seguito le istruzioni imposte dall’esterno, “avrebbero cambiato le loro politiche molte volte”.

Uno dei temi-chiave dell’accordo è legato al North-South Transport Corridor, l’asse infrastrutturale nord-sud destinato a facilitare il commercio tra Russia, Iran e diversi altri partner regionali e globali e, di conseguenza, ad alimentare le relazioni commerciali tra i due Paesi e nel contesto regionale, promuovendo reciproci benefici di medio-lungo periodo, con un potenziale di interazione assai rilevante con le direttrici della Belt and Road Initiative, la “Nuova via della seta”. Il corridoio nord-sud è, infatti, una rete multimodale lunga oltre 7.200 km per il trasporto di merci tra India, Iran, Azerbaijan, Russia e, potenzialmente, Europa, incrementando la connettività tra grandi città come Mumbai, Teheran, Mosca, Baku, Astrakhan. Uno studio della Federation of Freight Forwarders’ Associations in India (Federazione delle associazioni degli spedizionieri, Fffai) ha rilevato che rappresenta un’alternativa “il 30% più economica e il 40% più breve della rotta tradizionale”.

Ulteriore tema fondamentale è chiaramente legato all’energia, sia nel senso della definizione dei mercati di esportazione, sia in relazione al rafforzamento del comparto energetico di due attori, sotto questo versante, di grandissima rilevanza sul piano internazionale. Da un lato, la Russia, con le sue vaste riserve di petrolio e gas naturale (la Federazione russa vanta le più grandi riserve di gas naturale al mondo, l’ottavo posto per riserve di petrolio, il secondo posto per riserve di carbone) ha rafforzato lo sviluppo dell’industria energetica iraniana. Dall’altro, l’Iran (terzo al mondo per riserve di petrolio e secondo per riserve di gas naturale), è uno snodo strategico a cavallo dei due assi nord-sud ed est-ovest (la posizione strategica dell’Iran lo rende una via di collegamento naturale tra Europa e Asia centrale sino a India e Cina). L’accordo bilaterale può, quindi, alimentare importanti investimenti russi nel settore energetico iraniano, contribuendo a espandere le sue capacità. Oltre al petrolio e al gas naturale, i due Paesi già hanno una collaborazione attiva per diversificare la loro economia con ulteriori relazioni economiche (per esempio con Cina e India) anche allo scopo di ridurre la dipendenza dal mercato occidentale promuovendo una maggiore integrazione nel quadro della Unione economica eurasiatica (Eaeu, la quale raccoglie cinque membri, Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan e Kirghizistan, e quattro osservatori, Azerbaijan, Tagikistan, Uzbekistan, e, assai significativamente, Cuba). 

Il terzo elemento strategico del partenariato è la cooperazione militare. Russia e Iran sono diventati i rispettivi principali fornitori di armi, in particolare per quanto riguarda le tecnologie militari avanzate. La fornitura di droni iraniani ha consolidato, infatti, i rapporti bilaterali sia dal punto di vista economico sia sotto il profilo militare, contribuendo a posizionare l’Iran come potenza regionale in grado di affrontare le minacce in Medio Oriente, comprese quelle poste dagli interventi militari occidentali e contenendo gli sforzi degli Stati Uniti per limitare la capacità del Paese di ottenere una influenza geopolitica più complessiva. Una delle clausole del patto riguarda anche i fattori legati all’integrità territoriale, punto di particolare importanza per l’Iran a causa delle rivendicazioni degli Emirati Arabi sulle isole nello stretto di Hormuz (l’isola di Abu Musa e le Isole Tunb) che l’Iran controlla dal 1971 (uno dei tanti lasciti problematici del colonialismo britannico nella regione). 

In questo senso, Russia e Iran si impegnano a opporsi alle sanzioni unilaterali illegittime e illegali, comprese le sanzioni degli Stati Uniti, e a sviluppare il partenariato bilaterale nei diversi consessi internazionali. Come hanno riferito i due capi di Stato, infatti, “il trattato crea migliori condizioni per la cooperazione bilaterale in tutti i settori” (Putin), sottolineando i vantaggi nel quadro degli scambi economici e commerciali, che vengono effettuati principalmente nelle valute dei due Paesi, liberando dunque lo schema partenariale dalla cosiddetta “egemonia del dollaro”; inoltre, “gli accordi raggiunti sono un altro stimolo verso la creazione di un mondo multipolare” (Pezeshkian), aggiungendo che la guerra non è mai una buona strada per risolvere i problemi e accogliendo con favore i colloqui finalizzati al raggiungimento di una soluzione per la guerra in Ucraina. 

Riferimenti:

Vladimir Soldatkin, Andrew Osborn, Putin and Iran’s president deepen defence ties with 20-year pact, Reuters, 17.01.2025: https://www.reuters.com/world/iranian-president-arrives-moscow-treaty-signing-with-putin-tass-says-2025-01-17
Inside the strategic partnership treaty between Iran and Russia, Middle East Eye, 14.01.2025: https://www.middleeasteye.net/news/iran-russia-inside-strategic-partnership-treaty
Giulio Chinappi, I tentativi di “rivoluzione colorata” in Georgia sono destinati a fallire, «Marx21», 09.01.2025: https://www.marx21.it/internazionale/i-tentativi-di-rivoluzione-colorata-in-georgia-sono-destinati-a-fallire 
InfoMercatiEsteri, Russia: https://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=88
InfoMercatiEsteri, Iran: https://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=104

Immagine: Przemek Pietrak, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0&gt;, via Wikimedia Commons 

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