Il comunicato stampa della Rete internazionale di sostegno ai prigionieri politici mapuche CAM sulla campagna di solidarietà in atto.
Torniamo a dare spazio alla causa autonomista mapuche, che si batte nell’America del Sud per il recupero territoriale, per elaborare una proposta di liberazione autonomista schierandosi in prima linea contro il capitale estrattivo delle imprese forestali e contro le pretese dei grandi proprietari terrieri. Tale movimento denuncia la repressione e le persecuzioni subite e la militarizzazione del territorio, operandosi per una campagna oramai internazionale a supporto e per chiedere la liberazione dei cento prigionieri politici mapuche.
Dalla Rete Internazionale di Sostegno ai Prigionieri Politici Mapuche CAM abbiamo avviato una Campagna di Solidarietà Internazionale per rendere visibile e denunciare la stigmatizzazione, la criminalizzazione e la persecuzione vissuta dal popolo Mapuche in generale e dal movimento autonomista Mapuche in particolare da parte dello Stato del Cile e del suo attuale governo pseudo-progressista, divenuto attualmente un burattino degli interessi delle compagnie che occupano il territorio ancestrale.
Informiamo la popolazione mondiale dei seguenti fatti: – Continuità e rafforzamento della militarizzazione del Wallmapu, territorio ancestrale dei Mapuche –
Aumento della disinformazione da parte dei media che rappresentano gli interessi al soldo del capitale energetico, che distrugge violando il Ñuke Mapu (madre terra) e l’Ixofilmogen (tutte le forme di vita) – Persecuzione e criminalizzazione della degna lotta di pu peñi ka pu lamgen weychafe e zomo weychafe ( guerrieri e guerriere), colpendo le loro autorità ancestrali (machi, lonko, werken) che oggi affrontano rapimenti, incarcerazioni preventive, dove i loro diritti culturali riconosciuti nella Convenzione 169 dell’ILO, contenuti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui popoli indigeni e nella Dichiarazione americana sui diritti dei popoli autoctoni, ma che vengono costantemente violati.
La promulgazione di una nuova legge antiterrorismo (legge 21.732 che abroga la legge 18.314 imposta sotto la dittatura militare e civile di Augusto Pinochet).
Legge che a nostro avviso verrà applicata arbitrariamente ai militanti della causa Mapuche.
La lotta per la ricostruzione della nazione Mapuche, in particolare delle comunità autonome e delle espressioni come il CAM, considera il problema principale la presenza e l’invasione del capitale imprenditoriale a Wallmapu; lo Stato del Cile nella sua forma più coloniale e razzista sotto il mandato di Gabriel Boric Font (discendente dai coloni), che hanno creato le condizioni per delegittimare e screditare la resistenza Mapuche davanti al popolo cileno e all’opinione pubblica in generale, presentandola come un’attività terroristica.
Al di là di affermazioni come quella fatta nel 2013 dal relatore delle Nazioni Unite Ben Emerson quando sottolineava che lo Stato del Cile doveva risolvere una controversia di natura politica, derivata dall’espropriazione e dall’occupazione storica, e non terroristica.
Tuttavia, lo Stato del Cile intensificando le varie forme repressive si è schierato sempre più convintamente con la comunità imprenditoriale nazionale e internazionale, accentuando le politiche estrattiviste ed esasperando una situazione già insostenibile con violazioni sistematiche dei diritti umani, politici e culturali dei Mapuche.
La Legge Antiterrorismo recente promulgata, trasgredisce i principi fondamentali del rispetto dei diritti umani definiti a livello internazionale per i cosiddetti “popoli indigeni e tribali” (Convenzione ILO 169).
Inoltre, tutto sembra indicare che si tratti di un nuovo strumento persecutorio poiché non solo non definisce cosa sia un comportamento terroristico – al di là dei criteri insufficienti che saranno lasciati alla discrezionalità di giudici, procuratori e autorità politiche – ma non stabilisce nemmeno chiaramente chi li determini e in quali contesti. Dimostrando che è un’altra legge al servizio dei potenti invasori del wallmapu, criminalizzando, di fatto, il legittimo diritto alla resistenza contro l’oppressione.
L’attuale Legge Antiterrorismo è un nuovo strumento per un “terrorismo di Stato”, che mira a seminare paura e ansia nelle comunità e nelle espressioni di lotta a tutti i livelli, nonché in tutte le organizzazioni locali, nazionali e internazionali che sono solidali con reali ingiustizie vissute dal popolo Mapuche.
Le azioni di colonialismo e razzismo sono rappresentate dalla maggioranza della classe politica cilena – burattini del capitale privato – e si applicano in tutto il territorio ancestrale, il Gulumapu e il Puelmapu, dove l’occupazione dello Stato colonialista argentino è sotto un governo che serve non solo gli interessi del grande capitale transnazionale ma è anche un governo lacchè dell’entità sionista che occupa il territorio palestinese, rendendosi complice di un genocidio.
In questo senso, chiariamo che il Wallmapu è uno solo, da oceano a oceano, e che la sua lotta avanza verso l’unità, in difesa di Kümun (Conoscenza) e Rakizuam (Pensiero), di Feyentun (Spiritualità), di Ixofilmogen, di weychan (lotta), e che è un movimento verso la ricostruzione del tessuto sociale e politico ancestrale Mapuche.
Per questo riteniamo urgente e necessario convocare tutte le espressioni di resistenza, le comunità in lotta, le organizzazioni di solidarietà a livello locale, nazionale e internazionale, ad una campagna internazionale di denuncia dal 1 al 20 aprile 2025, con l’obiettivo di rendere pubblica la strategia repressiva e di persecuzione politica dell’attuale governo cileno che mantiene e approfondisce la criminalizzazione, la militarizzazione e la persecuzione politica e ideologica, aumentando il numero dei prigionieri politici mapuche (più di 100 in questo momento), applicando la Legge sulla Sicurezza Interna dello Stato contro un leader storico della CAM.

Immagine: foto Ministerio Bienes Nacionales, CC BY 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by/2.0, via Wikimedia Commons; locandina campagna internazionale
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