Brigata ebraica: le origini e la vera storia

di Orazio Di Mauro

Ebbe origine negli anni Trenta del XX secolo in Palestina, a opera delle organizzazioni sioniste, fu utilizzata dal Regno Unito per reprimere la grande rivolta araba del 1936-39. Le operazioni svolte in Italia nel 1944-45, inquadrata nella VIII armata britannica, avvennero senza mai avere rapporti con i partigiani italiani, né come supporto tattico, né come assistenza logistica, al pari di altre forze armate straniere alleate. Niente a che vedere con la Resistenza italiana. Molti suoi veterani ebbero ruoli di comando nell’Idf, l’esercito israeliano massacratore dei cittadini palestinesi.

La Brigata ebraica in Palestina

La Brigata ebraica nasce nella Palestina del 1936 sotto il mandato britannico. Il Paese era in preda a una crescente tensione tra la popolazione araba e quella ebraica, gli scontri tra le due comunità erano all’ordine del giorno. Il governo britannico favoriva un clima di insicurezza e conflitto per meglio controllare il territorio. Il progetto di una forza militare che difendesse le comunità ebraiche prese forma a metà degli anni ’30, quando l’Agenzia ebraica e la sua leadership sionista iniziarono a organizzare una forza armata che potesse, oltre che difendere le comunità ebraiche, essere uno strumento militare per preparare la nascita del futuro Stato di Israele.

Durante la Grande Rivolta araba in Palestina (1936-1939), le forze britanniche, in gravi difficoltà per sedare la rivolta che interessò tutto il popolo arabo, nel tentativo di risolvere e distruggere l’insurrezione, accettarono il supporto delle milizie ebraiche. L’Inghilterra accettò l’uscita dalla clandestinità della Haganah, organizzazione paramilitare. In un primo momento gli inglesi istituirono i Notrim, poliziotti ausiliari ebraici armati sotto la supervisione britannica. In parallelo, per le necessità militari inglesi e per le forti pressioni delle élite ebraiche, fu formato il Palestine Jewish Infantry, una forza ausiliaria composta da volontari ebrei istruiti e guidati da ufficiali britannici. Questo corpo fu addestrato dagli inglesi alle tattiche di controguerriglia, pattugliamento e repressione, combattendo a fianco degli inglesi contro i gruppi ribelli arabi, molto temuti e guidati da Izz ad-Din al-Qassam, eroe della rivolta araba. La Brigata ebraica divenne, dopo la fine della rivolta, un’importante alleato strategico per le autorità coloniali britanniche. Pochi anni dopo, la Brigata ebraica sarà usata nella Seconda Guerra mondiale dagli inglesi prima in Siria e Libano e poi in Italia.

La Brigata ebraica in Siria e Libano contro la Francia di Vichy (1941)

Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, molti ebrei palestinesi si arruolarono nell’esercito britannico. L’Haganah, nel 1940, divenne un’unità distinta sotto la supervisione britannica. Il primo impiego importante di questa forza si verificò nella Campagna di Siria e Libano nel 1941, quando le truppe britanniche attaccarono le forze della Francia di Vichy, che controllavano allora quei territori. La Brigata ebraica, denominata “Force C”, della Haganah partecipò attivamente in questa Campagna. Il momento, militarmente significativo, fu la battaglia di Damasco. In questa battaglia perse l’occhio un giovane ufficiale dal nome Moshe Dayan, che all’epoca era già attivo nella Haganah. L’intervento in Siria rappresentò un momento importante per i rapporti tra ebrei, palestinesi e le autorità militari britanniche.

La Brigata ebraica nella Campagna d’Italia (1943-1945)

Quando con lo sbarco in Sicilia, nel luglio 1943, iniziò la Campagna d’Italia degli alleati, i leader sionisti Chaim Weizmann e David Ben-Gurion iniziarono una forte pressione sugli inglesi per riconoscere il valore militare e politico della Brigata ebraica e schierarla sul fronte italiano. Solo nel 1944, dopo la presa di Roma da parte degli anglo/americani, fu formalmente riconosciuta e creata come Brigata ebraica (in inglese: Jewish Brigade Group), inquadrata nella VIII armata britannica. Composta da circa 5.000 volontari ebrei palestinesi, la Brigata era inquadrata nel Corps Royal Engineers ed era articolata in tre battaglioni di fanteria il Palmach e l’Haganah costituivano il nerbo dei volontari. La bandiera bianca e blu con la Stella di Davide, e i soldati portavano distintivi con scritte in ebraico. Partecipò allo sfondamento della Linea Gotica (estate-autunno 1944). Il suo compito fondamentale fu costruire ponti mobili su fiumi come il Metauro, il Foglia e il Savio sotto il fuoco nemico, ripristinare i porti adriatici come quello di Ancona per facilitare lo sbarco di rifornimenti. La Brigata entrò in azione sul fronte italiano a partire dall’autunno del 1944, prendendo parte a operazioni sul fiume Senio, poi lungo la Linea Gotica, e infine nella liberazione del Nord Italia. Combatté accanto a divisioni britanniche, canadesi e neozelandesi e indiane, partecipando alle battaglie nei pressi di Faenza e Imola, allo sfondamento nella Valle del Po e alla liberazione di Ferrara e Bologna. Benché non coinvolta nei combattimenti più intensi, la Brigata subì, su un organico di 5000 combattenti, le seguenti perdite accertate e certificate dall’archivio dell’Idf (Israeli Defense Forces), da documenti britannici e dalla Jewish Virtual Library: morti in combattimento 83, feriti circa 200, dispersi nessuno segnalato ufficialmente.

Morti per cause non belliche (incidenti, malattie, ecc.), secondo alcune fonti, sarebbero una ventina di unità aggiuntive.

La Brigata ebraica ha sì combattuto in Italia, nelle ultime fasi della campagna militare della II Guerra mondiale, ma il suo contributo alla vittoria degli alleati si è svolto lungo la linea di contatto con l’esercito nazifascista e non ha mai avuto nulla a che vedere con attività dei partigiani italiani né come supporto, né la stessa brigata ebraica è stata mai impiegata nelle retrovie tedesche, dove le sole forze che si sono battute contro gli occupanti nazisti sono stati i partigiani italiani. La Brigata ebraica non ha mai partecipato al lancio di armi e né ai rifornimenti ai partigiani italiani. Il suo contributo era combattere, inquadrata nella VIII armata inglese.

Dopo l’armistizio, la Brigata rimase in Italia settentrionale, dove svolse attività umanitarie e di intelligence, di assistenza ai sopravvissuti dell’Olocausto. Organizzò una rete clandestina per l’emigrazione clandestina verso la Palestina. Molti dei suoi veterani, tra cui Yitzhak Rabin e Haim Laskov, ebbero poi ruoli di comando nell’Idf dopo la fondazione dello Stato d’Israele nel 1948.

Riferimenti:

  • Morris, Benny, Righteous Victims: A History of the Zionist-Arab Conflict, 1881-2001. Vintage, 2001.
  • Segev, Tom, One Palestine, Complete: Jews and Arabs Under the British Mandate. Henry Holt, 2000.
  • Gilbert, Martin, The Jewish Brigade. Schocken, 1978.
  • Laskov, Haim, The Jewish Brigade: An Army With Two Loyalties. IDF Archives.
  • Dayan, Moshe, Story of My Life. William Morrow & Co, 1976.
  • https://www.jewishvirtuallibrary.org/the-jewish-brigade-group

Immagini: foto di pubblico dominio tratte dalla rete via Wikimedia Commons; in copertina: Armata Britannica in Italia, con militari della Brigata Ebraica su un carro armato MK IV nel settore di Mezzano – Alfonsine (RA) il 14 marzo 1945; nella galleria: volontari della Brigata ebraica marciano sotto la Union Jack e la bandiera sionista nelle strade di Tel Aviv per promuovere l’arruolamento; 1º Battaglione della Brigata ebraica in parata; insegna sulla manica della divisa della Brigata ebraica della British Army

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