Agire ora per fermare il genocidio e liberare la Palestina: sanzionare Israele, arrestare Netanyahu, condannare il sionismo!

di Luigi Basile

L’editoriale della settimana pubblicato sul nuovo sito www.futurasocieta.com. Organizzare la mobilitazione dal basso, boicottare i prodotti israeliani e le aziende occidentali che sostengono il sionismo, bloccare le esportazioni di armi, denunciare le complicità con i crimini del regime di Tel Aviv, del governo e delle lobby, le ipocrisie e le connivenze del Pd e dei Cinque Stelle.

Non bastano le parole a descrivere l’orrore che si sta consumando in maniera criminale in Palestina ad opera di Israele e del regime sionista. Non ci sono più parole per esprimere i sentimenti e l’indignazione che si provano di fronte alla sopraffazione, alle torture, alle vili ritorsioni, al genocidio di un intero popolo, già lungamente colpito nel corso della storia, almeno per chi ha un minimo di umanità, di idea di civiltà, di senso di giustizia o uno slancio di solidarietà, in una società, in un sistema, quello capitalistico, che mercifica ogni cosa e considera il profitto e l’interesse di pochi privilegiati la ragione a cui sacrificare tutto e tutti.

Non sono più sufficienti le parole di fronte al muro di indegna mistificazione e di complicità che per oltre un anno e mezzo, ma succedeva lo stesso anche prima, ha ignorato, nascosto e poi giustificato, quando non protetto e sostenuto o lucrato, (su) una immane tragedia e un crimine senza pari, in nome di indefiniti e fasulli primati di democrazia e di morale. Mentre poi in realtà si ordivano giochi di potere, sporchi affari e allo stesso tempo si ostentavano riti di sottomissione per un posto al tavolo della spartizione del bottino, alimentando la macchina della guerra a senso unico, l’imperialismo, i traffici di armi, ogni tipo di abuso e lo sterminio di un popolo.

E’ tempo di alzare la voce, il più forte possibile, di urlare la nostra rabbia, di chiedere ciò che non è stato fatto e che doverosamente si doveva. Di chiedere conto di tutte le omissioni e le responsabilità. E’ tempo di agire con lucidità e passione contemporaneamente, smascherando crimini e complicità, frutti velenosi di un sistema di dominio e di una ideologia di sopraffazione. E’ tempo di far venire a galla la verità. Di chiamare le cose con il loro nome e inquadrare gli avvenimenti nel contesto.

Di organizzare la protesta, in tutte le forme possibili e con le diverse sensibilità, per imporre ai Palazzi le azioni necessarie per fermare l’aggressione dei palestinesi e sanzionare Israele, chiamando a giudizio tutti i responsabili dei crimini e chi su di essi ha speculato e si è arricchito, mettendo a bando il regime sionista e la sua rete di protezione, sconfessando e smontando il fanatismo suprematistico, razzistico e terroristico che la determina, travisato e spacciato per legittima aspirazione, per identità o per autodifesa, mentre è soltanto un crimine organizzato e reiterato.

Occorre mettere in piedi iniziative incisive e concrete, senza timore delle intimidazioni, ormai diventate legge, per raggiungere il risultato nel più breve tempo possibile. Manifestazioni, controinformazione, boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende italiane e occidentali che sostengono il sionismo. Chiedere il blocco di ogni traffico di armi, di ogni esportazione e importazione di strumenti bellici, tecnologie e semilavorati utilizzabili per l’aggressione dei palestinesi e il genocidio. Tutti egualmente illegali, anticostituzionali, immorali.

Far cessare ogni forma di collaborazione economica, accademica, scientifica, culturale, oltre che ovviamente politica, con il regime dell’oppressione e dello sterminio.

Sabotare il sistema delle relazioni e delle connivenze politico-istituzionali-economiche. Scioperare e bloccare i meccanismi della filiera criminale. Chiedere conto al presidente della Repubblica, al governo, al parlamento, ai partiti, all’Unione europea e alle istituzioni internazionali di ciò che sta succedendo e della colpevole inazione dimostrata. Coordinare sul piano continentale e globale le mobilitazioni e le lotte.

Ma qualcosa di nuovo si muove. I bombardamenti senza sosta, anche su persone in fuga, la persecuzione continua di civili, la strage di bambini, il dileggio violento di un popolo, le mire espansionistiche di Israele, il trapelare degli orrori e l’incrinarsi della censura e della propaganda sionista, hanno determinato un’ondata di indignazione, che può allargare il fronte di protesta, tanto da aver determinato persino tattici quanto timidi cambiamenti di posizione dei ministri del governo Meloni, complice del genocidio, come tra le file delle opposizioni Pd, Cinque Stelle e Alleanza Sinistra Verde, sinora a dir poco ambigue, che ipocritamente indicono una manifestazione nazionale, mentre anche la palude stigia dei gruppi centristi, dichiaratamente filosionisti, mette in scena la propria farsa. Tra questi c’è anche il lobbista Renzi, quello del Jobs Act che ha sdoganato definitivamente la precarizzazione del lavoro in Italia, pagato dalla monarchia assoluta dell’Arabia Saudita, finanziatrice del terrorismo jihadista al servizio di Cia e governo Usa, ed ora assoldato anche da Israele (che non si risparmia nessuna nefandezza).

I numeri della strage sono spaventosi, quanto l’escalation dell’efferatezza criminale di Israele (decapitazione di neonati, torture, campi di concentramento). Bisogna agire con la massima rapidità. Dopo 20 mesi di aggressione dei palestinesi, nella Striscia di Gaza i morti accertati sono 55 mila e diverse migliaia i dispersi, molti sotto le macerie, 125 mila i feriti, tra cui migliaia di bambini mutilati e rimasti senza cure adeguate, 70 mila bambini a rischio per fame e sete, 2 milioni 200 mila persone esposte a una carestia, con il blocco degli aiuti umanitari, senza vie di fuga e soccorsi nel mirino, organizzazioni umanitarie e agenzie Onu al bando, giornalisti veri, vittime del cecchinaggio e delle bombe sioniste, con zone interdette. Senza contare la grave situazione e le vittime che si registrano in Cisgiordania e le continue e consuete persecuzioni e gli arresti di massa, l’apartheid contro i palestinesi in Israele. E i continui attacchi nel Libano, nello Yemen, lungo i confini degli altri Paesi dell’area e gli attentati in tutto il Medioriente del Mossad e degli altri servizi segreti israeliani.

I fatti, dunque, vanno raccontati e inquadrati per quello che sono, anche se – come dicevamo – le parole o anche le immagini, pure quelle che superano la censura, non bastano a raccontare l’orrore. Orrore che non nasce oggi, ma ormai dilaga e diventa sempre più arrogantemente esibito.

Nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, dopo 77 anni di violenze sistematiche, occupazione militare e colonizzazione contro il popolo palestinese nella loro terra, si sta consumando un abominio da parte di Israele e del regime sionista, con il supporto e la piena complicità degli Stati Uniti, che proprio in questi giorni ancora una volta ha posto il veto all’assemblea Onu ad una mozione sul cessate il fuoco. Ma vi è anche la complicità e la connivenza dell’Unione europea e di diversi suoi stati membro, tra cui l’Italia, e la Germani in prima fila, oltre che del Regno Unito (il Paese che ha agevolato la nascita di uno stato sionista sul territorio palestinese, che poi si è progressivamente esteso con l’aggressione militare e la colonizzazione) e di altri Paesi vassallo del sistema imperialista ed affarista atlantico.

Una aggressione, una distruzione, un assassinio di massa, un genocidio studiato a tavolino (esistono documenti ufficiali che lo testimoniano), attuato da decenni, praticato in maniera continuativa e nell’ultimo anno e mezzo con particolare virulenza, con l’evidente obiettivo dei nuovi nazisti, gli ebrei di Israele, i sionisti, di concretizzare la soluzione finale: la pulizia etnica, lo sterminio totale dei cittadini arabo-palestinesi (siano essi islamici, cristiani o atei e laici), attuando così uno sgombero forzato e millimetrico di Gaza, una distruzione totale, contro infrastrutture e abitazioni civili, università e scuole, monumenti e testimonianze storiche, biblioteche e musei, negozi e botteghe, moschee e chiese, acquedotti (più volte chiusi arbitrariamente o inquinati delittuosamente), tendopoli, campi coltivati e uliveti, per appropriarsi definitivamente, ancora una volta, di territori non propri, cancellando ogni traccia possibile dell’umanità (pre)esistente e ogni memoria, in un delirio di sopraffazione e crudeltà.

Un dato di fatto, terribile, inequivocabile, assolutamente inaccettabile, che si sta consumando nella vergognosa indifferenza o persino con l’idiota ed esecrabile tifo dei Palazzi del potere, dei mezzi di disinformazione di massa (sempre pronti e proni a manipolare notizie, censurare avvenimenti, costruire falsità propagandistiche), delle comunità ebraiche italiane (rispetto alle quali fortunatamente vi sono anche diverse voci dissonanti), di gruppi economici, lobby, forze politiche e rappresentanti istituzionali, sempre più e unicamente interessati al proprio tornaconto personale.

Una vera e propria complicità, nei crimini quotidiani che vengono commessi da Israele, dalle sue forze militari, dalla sua polizia, dai coloni e dalle squadracce armate, dai gruppi religiosi, dal governo Netanyahu, dalla maggioranza dei partiti israeliani che non fermano l’Olocausto, semmai non lo condividessero, e da un parte tutt’altro che marginale della cosiddetta società civile (mai termine fu più fuori luogo, come in questo caso) e dell’opinione pubblica di quello stato abusivo e terrorista, che sin dalla sua nascita è stato impregnato della peggiore ideologia apparsa sulla terra, insieme al nazismo: il sionismo.

Questa è la realtà.

Ma in Italia, in Europa e nel mondo ieri, come oggi, si levano una moltitudine di voci, che vengono silenziate, ma che è possibile far crescere e prevalere.

Non possiamo che accogliere positivamente e condividere l’azione dei lavoratori portuali di Marsiglia che si sono rifiutati di caricare 14 tonnellate di munizioni e pezzi di ricambio per fucili mitragliatori israeliani su una nave cargo della compagnia Zim diretta ad Haifa e la mobilitazione indetta dai portuali di Genova che sorveglieranno la nave che farà scalo tecnico sulle banchine della città ligure.

Occorre organizzarsi dal basso, mobilitare le coscienze, le intelligenze, le energie contro i crimini di Israele e del sionismo, per fermare l’Olocausto e liberare la Palestina, arrestare Netanyahu e tutti i criminali del regime, consentire il rientro delle centinaia di migliaia di profughi, restituire la terra ai legittimi proprietari e abitanti da migliaia di anni, i palestinesi, ricostruire e creare le condizioni per la pace e per una convivenza civile in tutta la Palestina storica, dal fiume al mare, mettendo in discussione sin dalle radici la colonizzazione e il sistema di oppressione sionista, anche attraverso la lettura realistica, onesta e critica della storia, costruendo una nuova forma statuale laica e multietnica.

Basta con le ipocrisie e le complicità criminali!

Immagine: foto di pubblico dominio tratta dalla rete internet – manifesto murale di Laika, davanti al Liceo Manara di Roma, poi censurato, intitolato La soluzione finale, che ritrae Netanyahu baciato da Hitler

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