di Gianmarco Pisa
L’editoriale della settimana pubblicato sul nuovo sito www.futurasocieta.org dedicato ai Brics e all’ultima riunione dell’organizzazione svolta in Brasile.
Piattaforma multilaterale di cooperazione, i Brics, com’è noto, contano oggi undici Paesi membri: i cinque originari, Brasile, Russia, India, Cina, e Sudafrica, e i sei nuovi membri ammessi tra il 2024 e il 2025, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran. Questo ulteriore, significativo, allargamento dei Brics, reso effettivo a partire dal 2024, è a sua volta conforme al mandato della Dichiarazione di Johannesburg del 2023, e ha registrato un ulteriore sviluppo in occasione del Vertice di Kazan del 2024, quando, sotto la presidenza della Federazione Russa, i capi di Stato dei Paesi partecipanti hanno approvato la creazione della nuova categoria di “Paesi partner”, oggi Bielorussia, Bolivia, Kazakistan, Cuba, Malesia, Nigeria, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Il processo di espansione è dunque in pieno svolgimento, come mostra il fatto che proprio nel contesto della presidenza brasiliana è stato annunciato l’ingresso formale del Vietnam come nuovo Paese partner, in particolare, decimo Paese partner. Con una popolazione di quasi cento milioni di abitanti e un’economia dinamica e integrata, il Vietnam si distingue come un attore politico ed economico di primo piano, non solo in Asia: non solo un Paese a guida socialista e basato su un modello economico di socialismo di mercato, più precisamente di “economia di mercato orientata al socialismo”, ma in particolare una realtà che condivide l’impegno per un ordine internazionale più equo e per un consolidamento strategico della cooperazione Sud-Sud. Il protagonismo del Sud globale e la ridefinizione del sistema di relazioni internazionali, con un ordine non più Nord-centrico, sottratto all’egemonia dell’imperialismo occidentale, sono infatti le bussole dell’azione dei Brics.
Nell’ambito della presidenza brasiliana, assunta il primo gennaio scorso, si è dunque tenuto a Rio de Janeiro, il 6 e 7 luglio, il XVII Vertice dei Brics, sul tema generale che definisce anche l’obiettivo complessivo del summit, “Rafforzare la cooperazione del Sud globale per una governance più inclusiva e sostenibile”. La lettura dei documenti finali è dunque di estrema importanza per entrambi gli aspetti: per il peso specifico sempre più consistente di questa piattaforma multilaterale di partenariato e di cooperazione e per i contenuti particolarmente innovativi delle indicazioni politiche e strategiche racchiuse nella Dichiarazione finale. Quanto al primo ambito, se, a seguito del primo allargamento deliberato a Johannesburg nel 2023 ed entrato in vigore nel 2024, i Brics rappresentavano il 36% del PIL mondiale (contro il 30% del G7), e il 45% della popolazione globale, oggi, nell’attuale configurazione, i Brics rappresentano ormai oltre il 40% della ricchezza globale (a parità di potere d’acquisto) e oltre il 50% della popolazione mondiale. Rappresentano già oggi, di conseguenza, più della metà della popolazione mondiale e la realtà multilaterale comparativamente più significativa dal punto di vista demografico ed economico. Quanto al secondo ambito, invece, è possibile subito anticipare alcune conclusioni e passare poi ai contenuti del documento finale, la Dichiarazione di Rio de Janeiro. Tre sono infatti gli elementi strategici emergenti dal Vertice di Rio, tutti di grande impatto e di notevole potenzialità ai fini del cambiamento degli assetti nella sfera delle relazioni internazionali e della sfida per un rinnovato “equilibrio del mondo”, alternativo, appunto, all’egemonismo euro-atlantico.
Il primo elemento è di carattere politico generale: la sfida per un rinnovato multilateralismo, per il consolidamento e il rinnovamento degli istituti e dei formati multilaterali, basati sul confronto paritario, su relazioni improntate all’eguaglianza sovrana delle nazioni, e sul principio di non ingerenza nelle questioni interne dei singoli Paesi, via maestra, nel quadro dell’attuale panorama internazionale, in grado di rispondere al mandato fondamentale della Carta delle Nazioni Unite, vale a dire preservare la pace e la sicurezza internazionale e promuovere un ordine globale basato sul rispetto del diritto internazionale e la cooperazione internazionale. Si tratta di un tema delicatissimo e attualissimo, di fronte alla fine sostanziale del diritto internazionale e alla messa in discussione sistematica dei principi dell’ordinamento, di cui il genocidio della popolazione palestinese, perpetrato dal governo israeliano, e il bombardamento dei siti nucleari iraniani, da parte degli Stati Uniti, sono solo i più recenti, eclatanti, esempi. I Brics promuovono viceversa un impianto che, pur nelle differenze di orientamento politico e di struttura economica tra i diversi Paesi membri, punta al primato della politica e della cooperazione, della soluzione diplomatica delle controversie internazionali, e che perciò è violentemente osteggiato dalle cancellerie occidentali e in primo luogo dagli Stati Uniti, che vedono sempre più nella guerra e nell’imposizione dell’ordine unipolare la soluzione alla propria crisi e che non casualmente sono arrivati a minacciare l’imposizione di dazi del 50% contro il Brasile, presidente di turno dei Brics, e di dazi supplementari del 10% contro tutti i Paesi che si allineino alle politiche commerciali dei Brics stessi. Praticamente, una guerra economica al mondo, che fa il paio con la guerra sui diversi fronti (Ucraina, Palestina, Iran), che Usa e alleati hanno scatenato e che sta precipitando il pianeta in una spirale di inumanità e violenza.
La visione strategica dei Brics, in merito a questo punto, è molto chiara sin dal paragrafo 5 della Dichiarazione finale: “Ribadiamo il nostro impegno a riformare e migliorare la governance globale promuovendo un sistema internazionale e multilaterale più giusto, equo, agile, efficace, efficiente, reattivo, rappresentativo, legittimo, democratico e responsabile. […] Tenendo presente la necessità di adattare l’attuale architettura delle relazioni internazionali per riflettere meglio le realtà contemporanee, riaffermiamo l’impegno per il multilateralismo e la difesa del diritto internazionale, compresi gli scopi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, nella loro interezza e interconnessione, come suo fondamento indispensabile, e il ruolo centrale delle Nazioni Unite nel sistema internazionale […] per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, promuovere uno sviluppo sostenibile, garantire la promozione e la protezione della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché una cooperazione basata sulla solidarietà, il rispetto reciproco, la giustizia e l’uguaglianza. Ribadiamo inoltre l’impegno a garantire una maggiore e più significativa partecipazione e rappresentanza dei Paesi in via di sviluppo, nonché dei Paesi meno sviluppati, in particolare di Africa, America Latina e Caraibi, nei processi e nelle strutture decisionali globali, al fine di renderli più in sintonia con le realtà contemporanee”.
Il secondo elemento di impatto e innovazione, che riprende e rilancia i presupposti gettati sin dalla cruciale Dichiarazione di Kazan, è espresso dall’impegno strategico dei Brics ad agire per un diverso assetto finanziario mondiale, non più basato sulla egemonia del dollaro, anzi progressivamente proiettato, nel lungo periodo, verso una vera e propria de-dollarizzazione, in cui la priorità sia viceversa degli scambi nelle valute nazionali, e una diversa architettura dei pagamenti internazionali, superando quindi l’egemonia euro-atlantica sugli attuali strumenti e piattaforme. Si tratta di un passaggio di grande importanza anche e soprattutto per i suoi cruciali risvolti politici, commerciali e strategici. I paragrafi 48-50, infatti, disegnano strumenti per una diversa architettura finanziaria a partire dalla cooperazione Sud-Sud, volti a “istituire un’iniziativa di garanzie multilaterali per i Brics, in risposta alla nostra enfasi sul rafforzamento della resilienza finanziaria e sulla mobilitazione di investimenti per le infrastrutture e lo sviluppo sostenibile, in modo da ridurre il rischio degli investimenti strategici e migliorare la credibilità, sia all’interno dei Brics sia nel Sud globale. […] Abbiamo concordato linee guida per incubare lo schema di garanzie multilaterali all’interno della Banca di Sviluppo (Ndb) come iniziativa pilota, a partire dai suoi membri, senza ulteriori apporti di capitale; prevediamo di sviluppare questa iniziativa pilota nel corso del 2025, con l’obiettivo di riferire sui progressi compiuti al Vertice del 2026. Accogliamo con favore l’attenzione del Meccanismo di Cooperazione Interbancaria dei Brics nel facilitare e ampliare pratiche e approcci finanziari innovativi per progetti e programmi, inclusa la ricerca di meccanismi di finanziamento in valute locali, e […] proseguire la discussione sull’Iniziativa sui pagamenti transfrontalieri […] nell’individuare possibili percorsi per supportare gli sviluppi circa il potenziale di una maggiore inter-operabilità tra i sistemi di pagamento dei Brics. […] E ancora … facilitare sistemi di pagamento transfrontalieri rapidi, convenienti, più accessibili, efficienti, trasparenti e sicuri tra i Paesi Brics e le altre nazioni, e che possano supportare l’aumento dei flussi commerciali e dei flussi di investimento”.
Terzo elemento, niente affatto secondario, i Brics si candidano a guidare la nuova grande trasformazione tecnologica portata dall’informatica avanzata e dall’intelligenza artificiale. Come segnala il paragrafo 16 infatti, “l’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta un’opportunità unica per guidare lo sviluppo verso un futuro più prospero. Per raggiungere questo obiettivo, sottolineiamo che la governance globale dell’IA deve mitigare i potenziali rischi e rispondere alle esigenze di tutti i Paesi, compresi quelli del Sud globale. È necessario uno sforzo globale collettivo per stabilire una governance dell’IA che sostenga i nostri valori condivisi, affronti i rischi, crei fiducia e garantisca una collaborazione e un accesso internazionali ampi e inclusivi, nel rispetto delle leggi sovrane, incluso lo sviluppo delle capacità per i Paesi in via di sviluppo. Per sostenere un dibattito costruttivo verso un approccio più equilibrato, abbiamo lanciato la Dichiarazione dei leader Brics sulla governance globale dell’IA, che mira a promuovere lo sviluppo, l’implementazione e l’utilizzo responsabili delle tecnologie di IA per lo sviluppo sostenibile e la crescita inclusiva, in conformità con i quadri normativi nazionali, la Carta delle Nazioni Unite e nel rispetto della sovranità degli Stati”. È un punto che mette a nudo la grande contraddizione che le applicazioni dell’IA manifestano, al tempo stesso, quale promettente possibilità di sviluppo e di avanzamento, culturale, sociale, economico, ma anche potenziale minaccia ai diritti e alla libertà delle persone e alla integrità e sovranità degli Stati. Come già ribadito in altre circostanze: non saranno le piattaforme multilaterali in quanto tali a costruire il socialismo nei singoli Paesi; ma attraverso queste matura una visione, alternativa all’unipolarismo, all’imperialismo e alle sue guerre, orientata alla cooperazione, allo sviluppo e alla pace.
Riferimenti:
Dichiarazione di Rio de Janeiro, 6 luglio 2025:
Super-dazi Usa al Brasile, nessuno è fuori tiro, Il manifesto, 11 luglio 2025:
https://ilmanifesto.it/super-dazi-usa-al-brasile-nessuno-e-fuori-tiro
Nuovo ordine mondiale: si spostano gli equilibri?, Finecobank, 5 giugno 2025:
https://it.finecobank.com/fineconomy/article/nuovo-ordine-mondiale-si-spostano-gli-equilibri
Immagine: fotografia de família dos Chefes de Estado e de Governo dos países-membros do BRICS, 06.07.2025, CC BY-ND 4.0: https://www.flickr.com/photos/palaciodoplanalto/54636005262
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