di Federico Giusti
I risultati elettorali in Turingia e Sassonia fanno emergere la profonda crisi di una sinistra da troppo tempo subalterna al sistema, concentrata su diritti civili, ecologia “di superficie” e questioni di “politically correct”, mentre è fautrice di politiche sociali di massacro per la classe lavoratrice. Il buon risultato della Bsw, la lista capeggiata da Sahra Wagenknecht, al netto delle opinioni controverse che sono state espresse, è un elemento su cui le forze di sinistra e comuniste devono riflettere rimettendo in discussione le loro certezze.
Spd (Sozialdemokratische Partei Deutschlands), Verdi e Fdp (Freie Demokratische Partei) da tre anni governano la Germania, e da allora la spinta dell’elettorato verso l’estrema destra è stata inesorabile. In questi tre anni la Germania ha avviato il riarmo, partecipato attivamente al sostegno all’Ucraina, subito le ripercussioni economiche di un conflitto che ha portato l’economia nazionale in recessione, accettato senza battere ciglio che la fonte principale di approvvigionamento energetico, i gasdotti North Stream, venissero messi fuori uso. Negli ultimi 36 mesi il bilancio militare è quasi raddoppiato, le consegne di armi all’Ucraina sono seconde solo agli Usa.
Se non analizziamo questi elementi, la vittoria dell’estrema destra risulterà incomprensibile e a nulla varrà la retorica antinazista e antifascista tanto cara a sinistra.
Al contempo, la posizione tedesca rispetto al genocidio del popolo palestinese è stata in linea con i dettami Biden e numerosi attivisti propalestina sono stati arrestati.
La coalizione Spd/Verdi/Fdp è vista come responsabile della crisi economica e sociale che sta portando alla più grande ondata di licenziamenti dalla Seconda guerra mondiale; il welfare, un tempo vanto per la socialdemocrazia renana, ha subito sempre maggiori tagli mentre il potere d’acquisto dei salari scende ai minimi storici.
Se la sinistra opera politiche reazionarie e conservatrici in linea con i dettami del capitale economico e finanziario, l’estrema destra prende il sopravvento come avvenne un secolo fa, quando l’arrendevolezza del partito socialista, all’indomani del primo conflitto mondiale, spianò la strada all’avvento del fascismo con il sostegno dei ceti agrari e industriali dell’epoca.
L’Alternative für Deutschland (AfD) si presenta agli occhi del popolo tedesco come la sola alternativa a questo sistema di potere, e lo fa promuovendo anche campagne contro l’immigrazione, spostando a destra la stessa democrazia cristiana tedesca, l’Unione Cristiano-Democratica (Cdu).
Come è avvenuto con i governi di centrosinistra in Italia, le prime iniziative intraprese sono state antipopolari, di contenimento della spesa pubblica e dei salari, sposando politiche guerrafondaie (non dimentichiamoci la guerra nei Balcani).
La cosiddetta transizione verde applicata con ricette estremiste in difesa del clima e dell’ambiente finisce con l’essere una ricetta antipopolare che andrà a distruggere migliaia di posti di lavoro.
All’inizio del secolo la Spd dette vita a una riforma del lavoro che introdusse i bassi salari, rivide sostanzialmente, e al ribasso, i sussidi destinati ai senza lavoro proprio quando il centro-sinistra italiano iniziava la precarizzazione con processi di privatizzazione e l’avvento dell’interinale. E negli anni successivi vennero ridotte le aliquote fiscali a favore dei redditi medio-alti pensando in questo modo di guadagnare ulteriori consensi.
Come analizzato da Piketty, i partiti di centro-sinistra hanno subito una grande erosione di consensi proprio nei ceti popolari, guadagnando invece voti nella classe media che oggi, davanti alla recessione economica, si sposta decisamente a destra nel tentativo di salvaguardare i propri interessi. Non è stato sufficiente identificarsi con le borghesie urbane della Ztl per guadagnare il sostegno della classe media e costruire poi un nuovo blocco sociale.
E attenzione che l’AfD non intende ridurre le spese militari, la sua idea è quella di una Germania grande e potente anche militarmente; l’elettorato tuttavia non è consapevole di queste scelte, preferendo invece attribuire ai migranti la causa del declino renano.
L’AfD infatti invoca maggiori spese militari e la reintroduzione della coscrizione obbligatoria, vuole sopprimere il diritto di sciopero o limitarlo ai minimi termini, pensa a tasse ridotte per smantellare lo stato sociale. Gli elettori dell’AfD in campo economico e sociale non sono poi così diversi dai liberali di Fdp che invocano meno Stato e più mercato. Se in Germania dovesse cambiare il sistema elettorale adottando quello maggioritario, la Cdu avrebbe la maggioranza nella Germania occidentale e l’AfD in quella orientale.
Ma per fermare l’estrema destra non servono le canoniche ricette della sinistra neoliberale o il rispetto dei dettami di Maastricht, men che mai il sostegno alla Nato.
I sindacati in questi anni hanno applicato la riduzione del danno pensando che la concertazione sia un’arma utile per fermare gli attacchi alla classe lavoratrice, sortendo in realtà effetti contrari.
In Turingia il Partito della sinistra ha perso quasi due terzi dei suoi voti e sta guardando a un accordo con la democrazia cristiana locale come soluzione per fermare l’Afd, eppure in Italia le desistenze del Prc hanno finito con distruggere un partito che aveva raccolto voti e consensi diffusi.
È quindi palese la totale incapacità dei partiti “di sinistra” o “democratici” di offrire risposte ai bisogni sociali e questo spinge l’elettorato verso destra.
Scheda sulle elezioni in Turinga e Sassonia
All’inizio di settembre si sono tenute le elezioni regionali in due Land nell’est della Germania: l’AfD ha totalizzato in Turingia il 33,1% dei consensi ed è arrivata seconda, per pochi voti in Sassonia (30,5%), superata dalla Cdu che oggi presenta programmi assai più conservatori, se non reazionari, di quelli un tempo realizzati da Merkel. È la prima volta che un partito di estrema destra vince in Germania delle elezioni; ricordiamo che lo stesso Adenauer sosteneva che a destra della democrazia cristiana tedesca non ci sarebbero mai stati raggruppamenti capaci di guadagnare consensi popolari. A capo della AfD c’è Björn Höcke, figura non a torto da molti definita come “fascista”; la domanda alla quale rispondere è perché un’organizzazione del genere abbia guadagnato consensi diffusi in ogni strato sociale della popolazione.
Da queste elezioni esce sconfitto il premier nazionale Olaf Scholz, di Spd (socialdemocratici), questo partito è ormai ai minimi storici, riporta il 6% in Turingia e il 7,4% in Sassonia, i Verdi sono fuori da uno dei due parlamenti regionali, la Linke ha dimezzato i consensi.
Il successo dell’AfD, anche se nessun partito, a ragione, si alleerà con questa formazione per formare un governo, potrà comunque esercitare un enorme potere, per esempio bloccando decisioni che richiedono una maggioranza qualificata nei parlamenti regionali. Bisognerebbe interrogarsi su questo successo che è andato ben oltre le stesse aspettative e prendere atto della crisi irreversibile dei partiti tradizionali e della politica di riarmo che in Germania il centro-sinistra sta portando avanti. La guerra in Ucraina ha colpito soprattutto l’economia tedesca, stanno chiudendo fabbriche, ci sono migliaia di licenziamenti e in assenza di una politica alternativa a quella dell’Ue prendono forza le organizzazioni dichiaratamente di destra con nostalgie verso il passato totalitario.
Ma un altro dato significativo è dato dal grande successo dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw, Bündnis Sahra Wagenknecht), che ha ottenuto il terzo posto in queste elezioni, superando di gran lunga tutte le organizzazioni di sinistra e di centro-sinistra, guadagnandosi accuse di razzismo e di rossobrunismo anche da giornali e settori europei che si rifanno alle organizzazioni di sinistra e comuniste.
Possono anche essere assai controverse le posizioni di Bsw sull’immigrazione, ma i voti sono arrivati per la rottura radicale con le pratiche della sinistra neoliberale dentro cui ormai si trovano anche settori comunisti. E la crisi della sinistra europea è evidente con una scissione scaturita proprio dal sostegno alla guerra in Ucraina. Ci sembra del tutto evidente che gli scenari siano in continua evoluzione, ma dovremo guardarli con occhio critico senza ripresentare schemi logori e perdenti che hanno peraltro portato, nelle ultime elezioni europee, organizzazioni di sinistra in Grecia, Portogallo e Spagna a perdere molti consensi.
Immagine: Steffen Prößdorf, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Bsw merita la massima attenzione e interlocuzione da parte dei comunisti italiani e della Ue. É una novità interessantissima in un panorama desolante della “sinistra” ue. Quella che tentenna a sostenere apertamente russia e Palestina. Quella che non denuncia apertamente la tragedia delle migrazioni per quello che è una tratta degli schiavi finalizzata alla guerra fra i poveri e all’ esercito industriale di riserva, a dissanguare i popoli dai quali vengono i migranti, ecc. Non sarà una “sinistra” di ong, missionari, ecc. e che non è antimperialista a salvarci dal fascismo. Che é già una realtà. Domandina finale: afd, cdu, “semaforo”. Chi è più fascista?
"Mi piace""Mi piace"