di Francesco Fustaneo
La legittimazione e la ripulitura d’immagine di terroristi jihadisti in Siria, alcuni di loro come al-Joulani con taglie milionarie pendenti sulla testa, in fondo è la riproposizione di vecchi schemi già collaudati. La dinamica consiste nell’appoggiare politicamente, finanziariamente (e armare) e presentare positivamente, tramite i media subalterni, tali compagini radicali e usarli per scagliarli contro un nemico comune. Oggi si usano per destabilizzare la Siria, ieri accadeva con l’Afghanistan. Pensiamo alla Thatcher che, visitando il Pakistan nell’ottobre del 1981, disse ai mujaheddin afghani in un campo profughi vicino al confine: “I cuori del mondo libero sono con voi”. Ovviamente, ai tempi erano utili a britannici e statunitensi per contrastare la Repubblica democratica Afghana prima e i sovietici dopo. L’«Indipendent», addirittura, in un suo articolo del 1993 titolava “un combattente antisovietico mette il suo esercito sulla strada della pace” riferendosi a Bin Laden.

Oggi, come già visto più recentemente con l’Isis, i nuovi giocattoli da utilizzare sono gli stessi gruppi jihadisti siriani, vicini ad al-Qaida, che a Idlib, in Siria, imponevano la Shariʿa e i cui effetti su corso democratico, minoranze e condizione della donna non tarderanno ad arrivare.
Ma, d’altronde, si tratta di leader “pragmatici” come ci spiega «la Repubblica».

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