Il Giorno della Vittoria, il 9 Maggio

di Gianmarco Pisa

«Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all’Armata rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita» (Ernest Hemingway).

È stato lanciato su Mail News il progetto, a cavallo tra memoria, cultura e attualità politica, intitolato “30 giorni alla Vittoria. Cronaca della primavera del 1945” che consente di immergersi letteralmente negli eventi degli ultimi trenta giorni della Seconda guerra mondiale, la Grande guerra patriottica secondo la storiografia russa, attraverso informazioni tratte dalle principali pubblicazioni di quei giorni perfino leggendari, nonché resoconti dell’Ufficio Informazioni Sovietico. Il progetto è inoltre ospitato sulla piattaforma Dzen, disponibile nel formato di una sezione speciale “80 anni or sono”, ove si possono trovare notizie e documenti d’archivio, foto e materiali tematici sulla gloriosa Giornata della Vittoria che ha sancito la sconfitta del nazismo e del fascismo storico e la liberazione dei popoli d’Europa, grazie alla tenacia dei combattenti partigiani dei diversi fronti della Resistenza europea e grazie all’eroico sforzo dell’Unione sovietica e dell’Armata rossa.

Il progetto, e l’insieme della documentazione che lo accompagna, da’ forma a una vera e propria “storia viva”, un contributo importante sia nel senso di tenere viva e alimentare la memoria storica, la memoria collettiva dei popoli d’Europa e del mondo, sia nel senso di sostenere e attualizzare, proprio alla luce di quella memoria e di fronte al negazionismo e al revisionismo oggi dilaganti, l’impegno e la lotta per la democrazia, per la giustizia e il progresso sociale, contro ogni forma di fascismo e di oppressione, per la solidarietà, per la libertà e l’amicizia tra i popoli. Un contributo dunque che parla anche all’attualità della politica, quando parole come deportazione e genocidio tornano ad assumere plastica concretezza di fronte agli orrori e alla disumanità del governo di Israele contro il popolo palestinese. Come riporta la pagina del progetto, gli eventi di quegli anni diventano allora più vicini e nitidi e il ricordo diventa più chiaro e tangibile, memoria che si fa iniziativa e lotta.

Nell’ambito del progetto, cui ha aderito anche il quotidiano Pravda, sono pubblicati quotidianamente, giorno dopo giorno, materiali d’archivio tratti dai giornali e dalle cronache della primavera del 1945, per trenta giorni, dal 9 aprile al 9 maggio 2025; è quindi un’occasione anche per apprendere non solo come si sviluppavano le operazioni militari, ma anche come si svolgeva la vita nelle città e nei villaggi durante la Grande guerra patriottica, cosa accadeva nella vita quotidiana e nella cultura locale. Così, in corrispondenza della giornata odierna, 8 maggio, che sancisce la definitiva sconfitta del nazismo in Europa, l’8 maggio 1945 la TASS trasmise un messaggio su come le persone, provenienti da ogni angolo dell’Unione sovietica, accoglievano la notizia della vittoria nella Grande guerra patriottica. È riportato un estratto del testo del “Bollettino di informazione sindacale”, un ulteriore contributo in onore dell’80° anniversario della vittoria, che si celebra, appunto, quest’anno: “Vittoria! Questa breve parola piena di gioia volava di notte per le città e i villaggi della nostra Patria, e risuonava come un inno di festa nelle officine, nei campi, nelle case”.

Già alle due e dieci minuti si udì la voce solenne dell’annunciatore che annunciava la fine vittoriosa della Grande Guerra Patriottica. “La Germania ha capitolato! Le azioni militari sono cessate! Il 9 maggio è stato dichiarato Giorno della Vittoria”. La TASS racconta come milioni di persone stessero ascoltando gli altoparlanti in ogni angolo dello sterminato Paese sovietico. “Le luci si accesero alle finestre, operai e ingegneri, madri dei soldati in prima linea, casalinghe, scienziati, tecnici, studenti: nessuno dormiva in questa notte storica. La notizia tanto attesa si diffuse come un fulmine in tutto il Paese”. A Kiev migliaia di residenti sono scesi in piazza, congratulandosi tra di loro, salutando i soldati e ammirando sbalorditi i fuochi d’artificio della festa. Russia, Bielorussia, Moldavia, Crimea, Siberia, Estremo Oriente: ovunque si respirava gioia. “Il popolo eroico, vittorioso, che ha superato con onore tutte le difficoltà e le prove della guerra, ha reso omaggio al suo valoroso esercito, il suo capo e comandante. E nelle parole di saluto calorose, nei discorsi pieni di gioiosa esaltazione, si leggeva la fiducia nel futuro, la prontezza per nuove imprese in nome della Patria”.

La Resistenza, l’Unione sovietica, l’Armata rossa hanno vinto, il fascismo storico è sconfitto. Da sola, l’Unione sovietica ha pagato un tributo di 27 milioni di caduti, di cui 18 milioni civili e ha retto, da sola, per oltre due anni, l’urto di 250 divisioni tedesche (circa il 90% dell’esercito tedesco) appoggiate dagli alleati fascisti rumeni, ungheresi e italiani, questa, un’ulteriore pagina vergognosa del criminale regime fascista. L’Unione sovietica, i comunisti e le comuniste, sono stati il fattore decisivo, determinante, della vittoria della Resistenza, della Liberazione, e della sconfitta del nazismo e del fascismo. Guardando all’oggi, all’Ue, dovrebbe essere perfino superfluo ribadire quanto sia assurda, irricevibile e vergognosa la famigerata Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa che pretenderebbe addirittura di equiparare di fatto, nella responsabilità storica, oppressori e liberatori, sotto lo slogan di «ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo». Come vergognosi sono i tentativi di riscrittura della storia, di manipolazione, falsificazione, riduzionismo o negazionismo che vorrebbero ridimensionare o negare il contributo decisivo dell’Unione sovietica e dei comunisti per la libertà e la liberazione d’Europa.

Un esempio su tutti: inaugurato a Kiev il 9 maggio 1981 il colossale “Monumento alla Madre Patria”, parte integrante del Museo della Grande Guerra Patriottica, nella cui sala del Memoriale sono conservate le placche marmoree con incisi i nomi di oltre 11.600 soldati e oltre 200 operai del fronte sovietico, onorati col titolo di Eroe dell’Unione sovietica, il glorioso Monumento è stato “decomunistizzato” nel 2023 dietro iniziativa del regime (con fin troppe venature banderiste, naziste e neonaziste) di Kiev, attraverso la sostituzione dello stemma sovietico col tridente, simbolo ucraino, già adottato, a partire dal 1929, dai fascisti dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini, tra i cui capi, appunto, il criminale collaborazionista nazista Stepan Bandera. È una delle cifre dell’odierno neofascismo (anche istituzionale e ufficiale) ucraino: solo tra il 2013 e il 2014 sono stati distrutti o rimossi 552 monumenti a Lenin (a Kiev, Char’kov, Dnepropetrovsk, Odessa, Žitomir, Chmel’nyckij e altre città); nel 2017 sono stati ancora distrutti o rimosi ben 2389 monumenti sovietici, tra cui gli ultimi 1320 dedicati a Lenin rimasti nel territorio controllato dal regime di Kiev; a partire dallo stesso 2017 è stato avviato a Kiev un programma di ridenominazione degli spazi pubblici che richiamavano al periodo sovietico.

Andrebbe davvero ricordato sempre quanto ebbe a dire Ernest Hemingway: «Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all’Armata rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita». Se la memoria è un terreno di battaglia, la lotta contro il fascismo e per la democrazia non ha perso la sua centralità.

Riferimenti:

Il portale del progetto su Mail News: https://1945.news.mail.ru

Il progetto sulla piattaforma Dzen: https://dzen.ru/topic/80-let-nazad

Sulla “decomunistizzazione” in Ucraina: https://it.wikipedia.org/wiki/Decomunistizzazione_in_Ucraina

Sul genocidio in corso a Gaza: https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/11/un-special-committee-finds-israels-warfare-methods-gaza-consistent-genocide

Revisionismo, propaganda, e falsificazione della storia. È ora di riprendere l’iniziativa antifascista, Futura Società, 24.02.2024: https://futurasocieta.com/2024/02/24/revisionismo-propaganda-e-falsificazione-della-storia-e-ora-di-riprendere-liniziativa-antifascista

Immagine:

L’iconica fotografia dell’installazione della bandiera rossa sul Reichstag a Berlino, foto di Yevgeny Khaldei (https://it.wikipedia.org/wiki/La_Bandiera_della_Vittoria_sul_Reichstag#/media/File:Raising_a_flag_over_the_Reichstag.jpg)

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